martedì 24 luglio 2007

Di Pietro, l'indulto e il qualunquismo

Ora basta, è necessario scrivere poche parole subito, sia pur tra cento cose da fare. E' possibile che Di Pietro abbia passato più tempo di me sui libri giuridici e sui testi di diritto. Il punto è che pur studiando più di me non li ha capiti. Io invece credo di aver afferrato il senso di quello che ho letto. Nel merito delle questioni poi ho chi interpreta articoli e leggi almeno alla sua stessa stregua. Io sono il ministro della Giustizia. Lui non lo è. Questo è un dato di fatto. E per vostra fortuna. Io cerco la ragionevolezza e il buon senso, lui mi sta utilizzando per finire sui giornali con polemiche pretestuose. Ha sentito aria di elezioni, evidentemente.
Come per l'indulto, che a suo dire avrebbe nascosto chissà quali nefandezze. Allora voglio dirvi chiaramente che l'indulto come atto di clemenza, chiesto anche dal Papa in visita al Parlamento, non fu contestato con queste accuse dal signor Di Pietro. Che l'indulto, decisione collegiale del governo, ben visto da tutte le cariche dello Stato, non può essere criticato sulla base di alcuni casi, sia pur numerosi, di reiterazione di atti delinquenziali. Perchè sarebbe un grave errore e si farebbe un torto enorme a chi ne ha usufruito, ai parenti e alle famiglie di chi si è reinserito a pieno titolo nella società. O volete veramente credere alla balla che un governo di centrosinistra, ma vorrei poter dire un governo comunque, produce un atto così difficile da spiegare per far piacere ad avversari o amici politici e per difesa di cosiddetta "casta"? Ma smettete di credere a queste letture distorte e negative delle decisioni che vengono prese. Parlate con chi si trova in carcere, parlate con le famiglie, andate sui siti dedicati al problema carcerario. Non state solo dalla parte di chi per un voto in più pensa a un carcerato in più.

lunedì 23 luglio 2007

D'Ambrosio, Di Pietro e la Coce Rossa

Rispondo ai commenti puntualmente. E se non aggiorno i post, è perchè in questo momento, come avrete forse letto e sentito, sono molto impegnato con i temi della giustizia e con le polemiche in cui mi si vuole trascinare a tutti i costi. A me non piacciono le forzature (altrimenti non starei in un partito di centro no?) e quando devo esprimere un giudizio mi comporto di conseguenza, come nel caso del Gip di Milano. Il ministro Di Pietro mi attacca per questo? Mi paragona alla Croce Rossa su cui non vale la pena sparare? Rispondo che la Croce Rossa, composta in massima parte da nobile volontariato, è distante anni luce dalla sua mentalità così poco cattolica. E mi basta che il suo ex capo, l'ex procuratore capo di Milano, Gerardo D'Ambrosio, senatore, la pensi come me. C'è stata una forzatura evidente sul tema delle intercettazioni e dei politici chiamati in causa. Punto e basta.