lunedì 29 dicembre 2008

Due articoli su cui meditare

Per chi è senza pregiudizio e desidera vedere le cose per come realmente stanno, il mio invito è di leggersi l’articolo del Giornale del 28 dicembre a firma Federico Novella e la mia intervista, pubblicata il giorno prima dal Corriere della Sera e rilasciata ad Aldo Cazzullo.

Di Pietro e Mastella jr: due figli, due “sentenze”

di Federico Novella
Da Il Giornale
28 dicembre 2008


Tutti uguali, questi figli di papà. Ogni scarrafone è bello a babbo suo. Di questi tempi la cronaca giudiziaria ce ne ha fatti conoscere in particolare due, di rampolli, che sembrano fatti con lo stampo. Prendi Di Pietrino e Mastellino: due vite parallele, due biografie fotocopia, due curricula identici spiccicati, come no. Vogliamo scommettere? Vogliamo fare il confronto? E facciamolo. Cominciamo dal carattere. Elio Mastella, 30 anni: ai tempi delle indagini sul padre da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, combatte in piazza, a Ceppaloni: «Mio padre non è un boss, spulciatemi pure». Cristiano Di Pietro, 35 anni: in questi giorni di accuse pure lui combatte, nel salotto di casa sua, a Montenero, davanti al capitone alla brace, giocando a tressette con gli amici suoi e del papà Antonio. Stessa tempra, stesse abitudini battagliere, dunque. Elio Mastella va in tv e parla subito fuori dai denti, respinge le accuse al padre, e in un celebre video che ha sbancato Youtube zittisce l'inviato delle Iene Sortino: «Io sono ingegnere a 24 anni, tu lavori in tv e sei il figlio del commissario dell'Autorithy per le comunicazioni, di che vogliamo parlare?». Uguale natura Cristiano Di Pietro: oggi si limita a dire che «mi ha travolto una valanga», ma poi basta perché tanto a rilasciare dichiarazioni ci pensa il papà Antonio. Già, tutti uguali, questi figli di papà. A 19 anni Elio Mastella si diploma al liceo scientifico statale di Benevento. A 19 anni Cristiano Di Pietro di scientifico ha una cosa sola: la scelta della leva militare, trascorsa casualmente in polizia al tribunale di Milano, nella scorta del papà Antonio. Arriviamo così ai 20 anni, quando Elio Mastella studia ingegneria all'università di Napoli, condivide un appartamento con cinque studenti a Fuorigrotta, 250mila lire a testa la rata d'affitto. A 20 anni Cristiano Di Pietro condivide il primo lavoro del papà Antonio, giura da poliziotto alla presenza di Saverio Borrelli e del papà Antonio, poi si stabilisce a Milano in un appartamento affittato dalla Cariplo al papà Antonio. A questo punto ci pare chiaro che son tutti uguali, questi figli di papà. L'unica differenza, al massimo, è che Elio porta gli occhiali, e Cristiano no. Ma per il resto, stessa storia, stessi percorsi, davvero due carriere indistinguibili. A 22 anni Elio Mastella prepara la tesi ingegneristica a Bruxelles, e concepisce un logaritmo per controllare i sottotitoli dei film. A 22 anni Cristiano Di Pietro concepisce il diploma da privatista all'istituto tecnico di Pratola Peligna, voto 39 su 60, prova finale a porte chiuse per motivi di sicurezza, d'altronde è il figlio del papà Antonio. Potremmo continuare all'infinito: due vite equivalenti in tutto e per tutto. Ma proseguiamo: a 25 anni Elio Mastella si laurea in Ingegneria Elettronica a Napoli con il massimo dei voti. A 25 anni Cristiano Di Pietro si sposa con il massimo del giubilo, in presenza del questore di Bergamo e del papà Antonio, con annessa festa nella masseria del papà Antonio, non lontano dall'attico di 173 metri quadri dove andrà ad abitare, ovviamente un regalo del papà Antonio. E ancora. A 26 anni Elio Mastella fa il pendolare, lavora nell'azienda Selex, e percorre ogni giorno 48 chilometri. A 26 anni Cristiano Di Pietro percorre invece la strada verso casa, perché pur essendo poliziotto di prima nomina, viene magicamente trasferito in un baleno dalla Lombardia a Vasto, a due passi da papà Antonio. Tutti uguali, questi figli di papà. Oggi Elio Mastella lavora in una grande impresa, stipendio 1.800 euro al mese, inquadrato come dipendente nel settimo livello. Mentre Cristiano Di Pietro oggi è inquadrato come consigliere comunale nel paese di papà Antonio, consigliere provinciale nella provincia di papà Antonio, iscritto al partito di papà Antonio, ha saputo coltivare ottimi rapporti con l'ex ministro dei Lavori pubblici, cioè il papà Antonio. Tutto questo per dire che, almeno stavolta, i luoghi comuni sono azzeccati: è vero, è la solita razza, i soliti privilegiati, sono tutti uguali, questi figli di papà. Se poi il papà si chiama Antonio, diventano persino più uguali degli altri.

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Mastella: io al posto di Di Pietro jr? Non oso pensare cosa mi avrebbero fatto

L' ex ministro: c' è doppiopesismo giudiziario, io cornuto e mazziato A Di Pietro pare che tutto sia concesso Sembra che molti ne abbiano paura Prodi è l' altra vittima di tutte queste vicende politiche e giudiziarie Per molto meno mia moglie Sandra è stata arrestata e io ho lasciato il ministero Si arriva al punto che per sputtanare Villari dicono che è amico di Mastella

di Cazzullo Aldo
Da Il Corriere della Sera
27 dicembre 2008


ROMA - «Se avessi fatto io quel che ha fatto il figlio di Di Pietro? Non oso pensare cosa sarebbe successo. Invece per molto meno mia moglie Sandra è stata arrestata, e io ho dovuto lasciare il ministero della Giustizia, il partito, la carriera politica. Le nostre “non raccomandazioni”, per altro presuntive, molto presuntive, non sono mai andate a buon fine. Dalle mie parti si direbbe: cornuto e mazziato. Invece quelle di Di Pietro junior erano raccomandazioni reali, vere, e realizzate. E' difficile, per il provveditore alle opere pubbliche, dire no al figlio del proprio ministro. Ha letto le intercettazioni? ”Siccome è amico tuo, gli diamo il 10% invece del 7...”. Eppure il padre è ancora al suo posto, e il figlio pure. Mica voglio l' arresto per Cristiano Di Pietro, per carità. Sono perdonista con tutti. I figli so' piezzi ' e core. Ma sia chiaro: tutti i figli, non solo i figli di. Siamo davanti a un vero e proprio doppiopesismo giudiziario. Mia moglie, e tanti miei amici, sono stati arrestati forse perché non erano figli di papà...». Da quando è esploso il caso giudiziario in Campania, Clemente Mastella ha taciuto. Almeno finora. «Io non mi permetto di fare valutazioni su Bassolino e Iervolino. Ma mi pare evidente che a volte si confonda il malaffare con la normale dialettica politica. E' il mio caso. Il meccanismo per cui io sarei il concussore di Bassolino, che si dichiara non concusso. I tempi sono talmente grigi che ci si deve difendere pure dall' accusa di aver conosciuto delle persone; così a un uomo perbene come Nicola Mancino viene contestato se avesse conosciuto o meno Saladino. Anche qui, il doppiopesismo. Quando a maggio dissi, ripetendo quanto aveva scritto un quotidiano, che Di Pietro conosceva bene Saladino, lui negò. Poi venne fuori che era vero. Ora, è consentito al leader della morale che più morale non si può dire bugie? E' consentito a un politico mentire impunemente? In America Gary Hart si giocò la Casa Bianca. In Italia a Di Pietro pare che tutto sia concesso. Sembra quasi che molti ne abbiano paura. Vedendo quel che mi è capitato, hanno anche un po' ragione». «La realtà è che io ero e resto una persona perbene, e non ho mai preso una tangente in vita mia. Eppure sono l' unico leader di partito cui in questi quindici anni si è applicato il vecchio teorema per cui non potevo non sapere. Sono stato l' unico ministro della Giustizia al mondo intercettato in contemporanea, a Santa Maria Capua a Vetere come a Catanzaro, e forse anche in altre procure. Spiato, come hanno verificato i Ros dei carabinieri, anche irregolarmente. Leggo che Di Pietro, incredibile medium giudiziario, presentì un anno prima che ”c' erano problemi con Mautone”; leggo che un uccellino parlava con lui come gli uccellini parlavano con san Francesco; leggo che riuscì, come gli antichi aruspici, a cogliere lo stormir di foglie. Se tutto questo fosse accaduto anche a me, avrei interrotto qualsiasi comunicazione, sarei divenuto più ermetico di un filosofo presocratico, sarei - mi consenta, per dirla con il Cavaliere - ancora al mio posto. Ma io non sono stato avvertito, anzi nel mio caso ci sono state manine che hanno messo e tolto, suggeritori occulti che sono andati al di là di ogni confine, morale e giuridico. Come si spiega altrimenti la presenza di un fotografo all' aeroporto militare, per riprendere me e mio figlio mentre saliamo a bordo di quel benedetto volo? Altro che complotto: mi hanno massacrato per eliminarmi. Ormai ne sono pienamente consapevole, e farò di tutto per dimostrarlo, in qualsiasi sede. In fondo mi battevo per far convivere magistratura e politica nelle loro autonomie; invece ha vinto chi vuole la guerra». Mastella è il precursore dei guai che sta passando il centrosinistra al Sud, dalla Campania a Catanzaro, dove De Magistris aprì l' indagine su di lui e su Prodi. «A dir la verità, De Magistris disse a una persona di fiducia - e quando verrà il tempo dirò chi è e la chiamerò a testimoniare - che mi riteneva pulito, estraneo ai giochi sporchi. Da questo giro di soldi tra Bruxelles e il Sud Prodi era fuori, e io ero fuorissimo. Prodi è l' altra vittima di tutte queste vicende politiche e giudiziarie. Basta con questa storia che io sarei l' artefice della caduta. Altri hanno usato le mie disgrazie, umane, familiari, politiche, per togliermi il ministero e alla fine far fuori il governo». Chi? Berlusconi? O i capi della sinistra che non volevano più Prodi? «Non lo so. Credo che Berlusconi in questa vicenda non c' entri, anche se ne ha beneficiato, eccome se ne ha beneficiato. Il mio patto di fedeltà a Prodi è durato fino a quando non si è chiuso il complotto, che è stato scientifico. Ho scoperto proprio in questo periodo che in giro, durante le indagini - e non parlo di magistrati inquirenti - si chiedeva: “Ma lei perché sta in un piccolo partito? E' mai possibile che un piccolo partito debba decidere le sorti dell' Italia?”. Intanto, proprio in questi giorni, il mio consigliere provinciale a Caserta, Giacomo Caterino, da cui è partita tutta la vicenda delle intercettazioni, uno che si è fatto venti giorni di galera e tre mesi ai domiciliari, è stato prosciolto dal gup. Lui stesso ha detto a un quotidiano locale: “Se non fossi stato amico di Mastella non avrei avuto questi problemi, è Mastella che volevano fregare”. Il gip che si dichiarò incompetente ma determinò l' arresto di mia moglie nei giorni del conflitto tra me e De Magistris chiedeva all' Anm di convocare assemblee di solidarietà a Catanzaro, e mandava ai colleghi mail contro di me firmate “il Giudice condannato” o anche “The Condamned”. Nelle intercettazioni io dicevo “fatti autorizzare a votare per me”, ma ad Annozero trasmettevano solo il ”fatti autorizzare”, sottintendendo chissà quale malefatta...». «Doppiopesismo tra me e Di Pietro, e doppiopesismo pure tra me e le giunte Bassolino e Iervolino. Ora dai vertici si chiedono dimissioni sia in Regione sia in Comune, con la motivazione che il consenso e l' azione di governo sarebbero viziati dall' illegalità, dall' immoralità. Un anno fa - quando io fui trattato come il capo di un' associazione a delinquere, il Provenzano di Campania, e il mio partito come una banda di criminali, come neppure la Dc di Tangentopoli -, i miei alleati se mi consideravano onesto avrebbero dovuto difendermi, montarmi la guardia, costruire una garitta davanti alla casa di Ceppaloni. Viceversa, non avendomi difeso, avrebbero dovuto chiedere le mie dimissioni e lo scioglimento del Parlamento. Eppure per me la gente si mobilitò, come si è mobilitata per il sindaco di Pescara. E la gente non va in piazza per i delinquenti. Non a caso, il sindaco è stato scarcerato con tante scuse; e solo adesso il Pd lo difende, in un primo tempo l' aveva abbandonato. Dopo tutto quello che è accaduto, sia chiaro che non posso essere l' attaccapanni cui appendere tutti i panni sporchi. Si arriva al punto che, per sputtanare Villari, dicono che è amico di Mastella; dimenticando che è stato amico di Buttiglione, di Rutelli, di De Mita, di Veltroni. Basta. Il male che mi è stato fatto è troppo grande. Nel 2009 si cerchino un altro capro espiatorio». Aldo Cazzullo Perdonismo e «figli di» Mica voglio l' arresto per Cristiano Di Pietro. Sono perdonista con tutti. I figli so' piezzi 'e core. Ma sia chiaro: tutti i figli, non solo i figli di. Mia moglie e tanti miei amici sono stati arrestati