mercoledì 5 dicembre 2007

Non sono certo sparito

Non sono sparito nè mi sono stancato del blog. E non sono certamente preoccupato di misurarmi con gli insulti e le critiche. Ma nell'ultimo mese ho avuto poco tempo libero a disposizione, e dal momento che la fase politica è da alcune settimane molto difficile, ho dovuto lasciare questa attività di lettura e scrittura per dedicarmi al mio lavoro. Ho letto che alcuni di voi lo capiscono e altri un po' meno. Come se passare qui sia per me un dovere. Talvolta ho aperto il blog solo per leggere. Altre volte mi sono limitato a cancellare le ingiurie. Altre ancora ho preso atto di alcune lettere private che arrivano anche qui. Ora siamo al momento politico cruciale: la verifica di governo e le decisioni da assumere in materia di riforme, a partire da quella elettorale. Veltroni e Berlusconi non mi convincono affatto. E trovo che Prodi stia facendo i passi giusti per cercare di portare chiarezza nella confusione che si è creata. Vedremo.

sabato 17 novembre 2007

Il dovere della Finanziaria

Dovete scusarmi ma in questi ultimi giorni mi sono dedicato tutto alla politica. E non mi sono neanche sentito troppo bene fisicamente. Ora che la legge finanziaria è stata approvata, posso tornare a vivere con più calma, si fa per dire, le mie giornate. Come sapete non sono stato sempre convinto della bontà delle misure scelte all'interno della legge da parte dl governo. E ho cercato per quanto possibile di convincere gli altri partiti delle mie ragioni. Ma essere nella maggioranza, farne parte, condividere una posizione e uno schieramento, impone anche il rispetto delle decisioni finali. Da dieci anni oramai sono nel centrosinistra e mi comporto con lealtà in ogni occasione. La finanziaria poi è una legge che impone, a chi crede nello Stato e nelle Istituzioni, un senso di responsabilità alto. Oltre ad essere un dovere di un politico la sua approvazione, è un atto di lealtà e correttezza nei confronti della società. Ora il percorso della maggioranza di governo riprende. Alcune cose che ci attendono esigeranno cambiamenti. Altre, come la riforma della legge elettorale, dovranno essere proprio discusse con attenzione estrema. Piccoli partiti, come l'Udeur, non possono in questa fase abbassare la guardia.

domenica 28 ottobre 2007

La solidarietà al Campanile

E' stata una settimana durissima per tutti. Anche per i giornalisti de "Il Campanile", il giornale del partito. A loro voglio esprimere qui tutta la mia personale solidarietà come ho sempre fatto decine di volte in analoghe circostanze per giornalisti di altri quotidiani. E cosi dal momento che gli attestati di solidarietà ai giornalisti del Campanile sono stati molto pochi mi verrebbe di farlo anche a nome della Federazione nazionale della stampa, anche se non ho nessun titolo. Solitamente rapida nello stare al fianco dei colleghi questa volta la FNSI è mancata. Probabilmente troppo impegnata in questa sua vigilia congressuale per ricordarsi che non esistono quotidiani di serie A e di serie B e che tutti i giornalisti sono uguali.

venerdì 12 ottobre 2007

Tremila amici e una legge popolare

Sono soddisfatto. Volto pagina. Tremila amici sono arrivati da tutt'Italia per ragionare insieme a me di politica, di uno scatto da compiere, di un progetto di centro da portare avanti a testa alta, e, non ultimo , per manifestarmi solidarietà in un momento che, sia pur dietro le spalle, è stato molto difficile. Anche Pezzotta ha voluto essere presente. Ora guardo avanti. Alla legge popolare per la quale proveremo a raccogliere firme ovunque. Per chiedere che si inserisca nuovamente il diritto a esprimere le preferenze nella scheda elettorale.

giovedì 4 ottobre 2007

Come se io sia l'emblema...tabulati e Gozzini

Ho chiesto di sapere, nel post precedente, i vostri pensieri sulla legge Gozzini e sono pronto a discuterne insieme a voi. Aggiungo che mi piacerebbe anche conoscere le vostre impressioni sull'acquisizione di tabulati telefonici, sul diritto alla privacy e sull'esistenza di una sorta di Grande Fratello che ci spia fin dentro i cellulari.
Detto questo vorrei anche scusarmi con i puristi della lingua italiana per aver scritto "Come se io sia l'emblema del Male" al posto di "Come se io fossi", spiegando che per come era stata costruita la frase, e cioè come in una conversazione diretta, la cosa non mi sembrava così grave. In fondo il blog con i suoi post e i suoi commenti è paragonabile al linguaggio parlato. E certe libertà parlando mi sembra siano consentite. Non sto certo scrivendo un romanzo qui sopra. Mi fa piacere comunque che dagli insulti alcuni di voi siano passati alla critica letteraria e, da buon beneventano, dico: vuoi vedere che con il mio blog riesco a diventare anche oggetto del premio Strega?

mercoledì 3 ottobre 2007

Legge Gozzini

L'ex br condannato all'ergastolo ma in semilibertà, sulle pagine dei giornali per fatti di cronaca, mi ripropone riflessioni sulla legge Gozzini. Io ho in proposito una mia idea ma certo se la dico vengo fatto a fette. E quindi la tengo per me. Almeno per il momento. Ma vorrei sentire anche da voi se pensate vada rivista o se avete in proposito idee e commenti.

lunedì 1 ottobre 2007

Tutto tranne che l'italiano

Dice il giornalista Andrea Bonanni su Repubblica che è sbagliato l'aver chiesto, come ho fatto io, che i ministri italiani chiamati all'estero per una riunione importante siano messi in condizione di parlare in italiano e di ottenere una simultanea italiana degli interventi e delle conversazioni. Ma che figura! Ma che vergogna! Gente che non parla le lingue non dovrebbe rappresentarci fuori dall'Italia! E allora replico: capisco e parlo il francese. Ma non è questo il punto. Io ho fatto solo rispettare una direttiva del nostro consiglio dei ministri del 2006 in cui abbiamo chiesto che vengano "evitate gerarchie linguistiche", e di conseguenza culturali. Ho in pratica difeso l'Italia e la decisione, che abbiamo assunto insieme alla Spagna, di portare avanti un'azione di contrasto contro la prassi in vigore all'estero. Ho solo chiesto il rispetto della nostra lingua e della nostra cultura. Ma, evidentemente, fatto da me non va bene neanche questo. I tedeschi - dice Bonanni - sono riusciti a imporre la loro lingua. Gli italiani e gli spagnoli - rispondo - ci stanno provando.

sabato 29 settembre 2007

L'intossicazione del blog

Il filtro serve a non farsi intossicare troppo. Nel fumo come in altre situazioni. Il mio blog viene preso d'assalto da anonimi, nomi inesistenti, provenienze curiose. Insulti espliciti dalla prima riga o insulti subdoli infilati dentro un discorso. Devo quindi leggerli tutti per capire a chi rispondere visto che non si può fare questo lavoro con oltre mille commenti al giorno. Solo per questo, come vi avevo accennato in un post precedente, ho scelto un filtro serio che la piattaforma offre. Chi commenterà, anche con critiche aspre ma corrette sarà sempre ben accetto.

Un due tre... Stella

Gian Antonio Stella, noto giornalista del Corriere della Sera, fa lo spiritoso moralista su di me perchè sarei andato in aspettativa dalla Rai tanti anni fa facendomi pagare i contributi previdenziali per la pensione da giornalista pur essendo stato eletto in Parlamento. L'accusa si basa sull'ignoranza costituzionale e sulla non conoscenza dei fatti. Strano per un giornalista no? Le cose stanno così: non ho scelto io l'aspettativa pagata dallo Stato. Non si poteva fare diversamente. A quel tempo pagava la Rai. Il meccanismo valeva per tutti i dipendenti, giornalisti e non di un ente pubblico. Anche lui, se venisse eletto oggi, non potrebbe esercitare la professione e andrebbe in aspettativa. Dal 1998 in poi, fino ad arrivare alla pensione, i contributi li ho pagati io direttamente, per quasi dieci anni. Ma la storia è anche più curiosa e la racconto tutta: quando fui eletto deputato molti parlamentari svolgevano il doppio lavoro, dal momento che nulla imponeva una scelta. Io mi misi invece subito in aspettativa volontaria. Anzi passavo per fesso allora e i colleghi mi dicevano:"ma perchè l'hai fatto?". Rivolsi quindi un' interrogazione all'allora presidente della Camera, Ingrao, in cui sostanzialmente dicevo che tutti gli altri parlamentari di diversi partiti facevano il doppio lavoro e che la Dc tanto vituperata, su quell'argomento, si comportava invece correttamente dal punto di vista dell'etica. Scoppiò un putiferio. L'interrogazione non fu accettata, risposero gli uffici, perchè si faceva riferimento a dei colleghi, ma in Rai l'aria divenne irrespirabile. Si riunì il consiglio d'amministrazione e la vicenda si ingigantì al punto che tutti i colleghi deputati-giornalisti mi guardarono storto per mesi. Poi, dopo qualche tempo, fu presa la decisione che l'aspettativa fosse obbligatoria per gli eletti in maniera automatica.
Per cui Stella sbaglia di grosso. Ma per i magistrati che si mettono in pensione volontariamente anche prima dei cinquant'anni non c'è scandalo invece se prendono la pensione anticipatamente e contemporaneamente lo stipendio da parlamentare. Gli autori della Casta sanno di chi parlo. Se la cosa avesse interessato me sarebbe accaduto di tutto. Non interessa me e dunque...non se ne parla. Spero solo che nella seconda edizione nel libro certe cose possano essere raccontate per come sono, e non per come si crede che siano.

Un libro a quattro mani


“Se ne sono dette davvero di tutti i colori, negli ultimi giorni, ma ora tra Beppe Grillo e Clemente Mastella sembra arrivato il momento di una 'pace di Ceppaloni'. Un colpo di scena che non solo potrebbe archiviare i durissimi scambi di accuse sull'indulto ma addirittura veder nascere una 'strana coppia' editoriale, se andasse davvero in porto quella sorta di versione alternativa al fortunatissimo 'La Casta', vagheggiata da Mastella e colta al volo da Grillo.

L'iniziativa la prende proprio il comico-blogger che, a sorpresa, dichiara da Internet: "Non ci sto più al gioco al massacro ceppalonico. Mastella è solo un capro espiatorio. Il migliore sulla piazza della politica, certo. Per questo hanno scelto lui. Ma l'indulto non è una sua idea, ne sono convinto". Di più: "Mastella ha detto una grande cosa, ha annunciato un libro 'su tutte le altre caste, a partire dai giornalisti'. Questa volta sono d'accordo con lui. Gli offro la mia prefazione o, se preferisce, il libro lo possiamo scrivere a quattro mani. Vado fino a Ceppaloni se mi invita".

E l'invito arriva davvero. "Rispondo a Grillo che a scrivere sulle caste sono disponibile. Può venire tranquillamente a Ceppaloni come mi ha chiesto e possiamo scrivere a quattro mani", dice a L'Aquila il ministro di Giustizia. "Io credo - ha rilevato Clemente Mastella - che nel nostro Paese ci sia oggi sotto pressione la classe politica, le sue responsabilità, ma ci sono tante caste molto più forti e più potenti della cosiddetta casta della politica. Ci sono 'castisti' molto più forti".”

Solo un estratto dai siti giornalistici. In questo caso:"Quotidiano.net" di Nazione-Resto del Carlino.

lunedì 24 settembre 2007

Non mi sembra poco

Continuo a ricevere migliaia di commenti da parte di lettori (in gran parte anonimi) che, invece di porre argomenti validi sul tavolo, poggiano insulti, parole senza un minimo di possibilità di vedere la luce e scappano veloci. Altrettanti numerosi sono quelli che per un post della domenica si lamentano perchè il lunedì non ci siano nè risposte nè commenti moderati sul blog. Vi ho già spiegato che leggo tutto personalmente e che poi seleziono e pubblico. Se non vi piace il metodo non so che farci. Questo è. Non passo le giornate sul pc. Ma buona parte delle sere si. Non mi sembra poco. Ma credo che per venirvi incontro farò come per il blog di molti altri personaggi: chiederò la registrazione al blog. Grillo lo fa no? Scommettiamo che se lo faccio io trovate da ridire anche su questo?

domenica 23 settembre 2007

Sono io il Male d'Italia?

Scrivo da casa. Rilassandomi un po' al termine di una settimana durissima e stressante che ha visto ricominciare in tv "Anno Zero" con un violento attacco contro di me. D'altra parte la scorsa stagione la trasmissione si era conclusa con un attacco sempre a me. In linea dunque. Come se io sia l'emblema del Male. Sono io il Male d'Italia? Una settimana piena d'amarezza, ma anche di tanta solidarietà per fortuna. Dalla polizia penitenziaria a chi mi conosce per ciò che sono e che faccio, alla gente per strada che mi ha fermato per salutarmi e parlarmi. Certo dopo una settimana in cui il volume di fuoco sparato nei miei confronti è stato quello che è stato c'è anche in giro chi mi guarda in cagnesco. Vi racconto un episodio emblematico. Emblematico anche della superficialità di giudizio e dei luoghi comuni nei miei confronti.
Ero al ristorante a Napoli ieri, con mia moglie e alcuni amici. Al tavolo accanto due coppie mi guardavano e parlavano tra loro in inglese. Una coppia era americana di origini cinesi, l'altra italiana. La coppia italiana si lamentava della politica e spiegava all'altra, sempre in inglese, tutto ciò che non va in questo paese. Poi indicando me hanno detto altre cose e mi hanno additato come uno della Casta di intoccabili. E giù giudizi sommari e duri. Mia moglie che capisce bene l'inglese e lo parla altrettanto bene ha fatto allora una di quelle cose che solo una moglie può fare. Si è alzata dal tavolo e si è avvicinata alle due coppie presentandosi, e difendendo il marito: State parlando di mio marito, e ne state parlando molto male. Lo conoscete? Ha fatto qualche cosa in particolare che volete discutere? Parliamone subito. Ditemi, che vi si possa rispondere..." Da qui è partita una conversazione in cui, essendomi aggiunto anche io, è andata avanti per un po'. Lui era un professore di Potenza, arrabbiato contro tutti e tutto, fan di Grillo ed elettore di sinistra deluso e amareggiato. Si è lamentato con me che si fa troppo poco per il Sud,( " e lo dice a me? - ho risposto -come se ci fossero altri politici oltre a me a tentare di portare il discorso politico sul meridione..) e che il nostro paese non capisce l'importanza dei mercati stranieri. Che non facciamo abbastanza per sfondare in Cina, ad esempio. E dire invece che gli imprenditori italiani si stanno dando da fare in quella direzione. E' finita che si sono voluti fare una fotografia insieme a me. Questo episodio però è anche un sintomo che esiste ormai una convinzione diffusa e un pò superficiale delle cose che non vanno bene in Italia. Una vena di qualunquismo che si mischia all'antipolitica e a proteste giuste e che le soverchia.

mercoledì 19 settembre 2007

Quelli del bollino

Tutti qui, tutte le sere, in duemila, a spiegarmi che cosa è un blog. Allora sentiamo che cosa è? Uno spazio dove minacciarmi, riempire i commenti di insulti, lamentarsi perchè a un commento del giorno prima non è stata data ancora risposta (come se fosse obbligatorio o dovuto) senza neanche tener conto del tempo che ci vuole per leggere e dedicarsi a un blog. E fate anche gli spiritosi firmano i commenti con i nomi degli assassini liberati con l'indulto. Come se alle due di notte mentre dedico del tempo a me e a voi io possa star li a ragionare più di tanto nella scelta delle vostre firme. Io taglio gli anonimi e basta. Gli altri li pubblico, con calma e tempo. Certo che ho capito la provocazione della firma assassina. E per questo non avrei dovuto pubblicare? Da una parte mi accusate di censura perchè non rispondo a vecchie questioni già da me chiarite (come la testimonianza a un matrimonio) o perchè non porgo l'altra guancia. Dall'altra non fate neanche lo sforzo di andare a leggere tutti gli insulti o i commenti violenti e critici che libero dopo averli letti. Vi chiedete dove sono i miei amici, la gente che crede in me, gli iscritti all'Udeur e del perchè non sono qui sopra a difendermi o a lasciare commenti graditi. Ve lo dico chiaramente e ancora una volta: io non chiedo a nessuno di venire in soccorso. Non ne ho bisogno. Non mi servono i commenti tipo quanto sei bravo o quanto sei bello. Io volevo confrontarmi con la popolazione del web e lo sto facendo, con serietà, costanza, fatica e una certa dote di umiltà. Pubblico quasi solo commenti scomodi e scelgo a chi rispondere per non dover passare tutta la giornata qui sopra. Voi siete liberi di insultarmi e fare ciò che vi pare. Io non sono libero di tutelare con un minimo di filtro le vostre gravi offese? Strana forma di democrazia vi siete inculcati in testa! Ma già, voi siete quelli del bollino. Quelli per il quali ci sarà uno che dirà questa è una pera matura quest'altra non ancora. Ma sì, fatevi mettere il bollino. E provate a prendere i voti con le bestemmie che lasciate sul mio blog. Come programma non c'è male. .

martedì 18 settembre 2007

Grillo,Mastella,Prodi e l'alzheimer

Centinaia di commenti della stessa mano e dalla stessa "casa" mi intasano pretendendo che mi vergogni di non so che. Io non mi occuperò di questo come di tanti altri commenti offensivi e ignobili. Proseguirò per la mia via replicando a chi argomenta con serietà la propria contrarietà o i propri pensieri. E scriverò dei post su ciò che vedo e credo.
I drammi non possono essere strumentalizzati a fini politici. La vicenda Pelliciardi è sconvolgente e merita tutto il rispetto possibile. Ma nè io nè la mia segreteria al ministero abbiamo mai ricevuto la lettera di cui si parla. Sono disposto a qualunque discorso e pronto anche a un incontro, ma ripeto la mia convinzione: non è l'indulto in se che crea nuovo dolore. Molte persone sono libere grazie al provvedimento del Parlamento. Molte hanno intrapreso una seria strada di reinserimento nella società. Molti sono inoltre i casi di detenuti ingiustamente che hanno beneficiato della misura decisa.
Ma Grillo che cosa sa? Grillo si è montato la testa e parla di Prodi, una delle persone più serie che ho conosciuto in anni di politica, come dell'Alzheimer Prodi. E allora io, che di questa malattia conosco tutto, e che ho dovuto accompagnare mio padre passo passo nel tunnel del buio immenso, mi sento di dire: Grillo non è solo un uomo senza cuore, ma è un uomo che mangia il cuore degli altri. Ma non per diventare più coraggioso, come i pellirossa o altri popoli credevano. Bensì per diventare più codardo.

lunedì 17 settembre 2007

Grillo? Un delinquente senza cuore

Nel suo blog Grillo continua ad attaccarmi. Prima voleva garantire assistenza legale ai parenti vittime di assassini usciti grazie all'indulto e trasformatisi in belve feroci. Poi ha deciso di raccogliere queste sofferenze in un libro bianco.
Per me Grillo è un delinquente senza cuore. Come definire chi si propone di strumentalizzare il dolore ultragiustificabile di chi ha perso amici, affetti, parenti per omicidi terribili attribuendo la responsabilità di quel dolore all'indulto? Come se l'indulto stesso fosse la causa di un omicidio, come se chi ha votato in Parlamento il provvedimento possa essere corresponsabile dell'omicidio in questione. Un assassino è tale, indulto o non indulto.
Per me Grillo è un ignorante costituzionale. Come definire chi finge o fa finta di non sapere che a proporre l'indulto è stato tutto il Parlamento e non solo il ministro della Giustizia?. Io ritengo che il provvedimento sia stato giusto e non scarico certo la responsabilità sugli altri. Ma la proposta è del Parlamento.
Per me Grillo non arriva alla vita di Benigni. Viva Benigni!

P.s. Mi sembra chiaro ora, e non era un segreto neanche prima, che Grillo punti a una presenza politica nazionale forte. Ce la farà a fare le liste? Vedremo. Ma la politica c'entra eccome.

sabato 15 settembre 2007

"Libero" volo (parte seconda)

L'articolo di "Libero" prosegue:
"obiezione numero due: ha fatto salire il figlio. L'hanno visto tutti, ci sono le foto dell'Espresso. Lo poteva evitare. Ma siccome su quell'aereo ci sono saliti anche altri parenti, senza per questo essere sputtanati, difendo Mastella. Come ? Non sapete che a bordo di quell'aereo decsritto come la Rolls Royce dei cieli c'erano altri parenti vip? Allora mettetevi comodi che facciamo un po' di gossip. E' noto che sull'Air Force italiano oltre a Clemente Mastella ci fosse anche il vicepremier Francesco Rutelli. E' arcinoto che Mastella si è portato il figlio. Non è noto invece che Rutelli s'è portato la moglie. La signora Barbara Palombelli. Il giornale di De Benedetti questo non lo racconta. Nè racconta che sull'aereo lussuoso c'era pure un parlamentare della Margherita, Renzo Lusetti. Con il figlio. Il quale non è sfuggito al severo cronista dell'Espresso che infatti racconta di 'un ragazzino under 14 con vistosa t-shirt sportiva, fotografato mentre sale sull'autobus presidenziale? Come mai le loro foto non sono state pubblicate? Perchè è un minorenne? Ok, passi. Ma la moglie di Rutelli non è minorenne. Nè lo è il parlamentare margheritino. Allora ditemi era più autorizzato a salire a bordo il ministro Mastella o l'anonimo Lusetti? E se proprio dobbiamo metterla sul piano delle parentele, perchè il figlio di Mastella può essere spiattellato mentre sulla Palombelli, su Lusetti e sul figlio il barricadiero Espresso stende uno strano silenzio? Non è che la casta è più casta quando c'è di mezzo Mastella e invece diventa "castetta" quando ci sono di mezzo Rutelli, la moglie e gli amici di Rutelli? Diciamo pure che sparare su Clementone da Ceppaloni è diventato un gioco da luna park. Beppe Grillo lo infilza coi suoi spilloni del Vaffa-voodoo. Mastella è l'icona dell'antipolitica. Avanza una cartuccia?Basta mirare alla schiena del ministro, tanto quello è grande e grosso: pigliarlo è un gioco da pischelli. Infatti non è stato difficile per il paparazzo scattare le foto e consegnarle all'Espresso. A proposito, come è possibile che in un'area militare, quindi top secret, un fotografo possa aver accesso così facilmente? Se io fossi i ministri Mastella e Rutelli mi preoccuperei della vulnerabilità di un'area militare. In altri tempi l'Espresso avrebbe sguinzagliato i suoi cronisti d'assalto, magari travestiti da terroristi, per svelare come è facile bucare la rete della sicurezza. Oggi però il menù prevede altro: oggi lo chef consiglia Casta a colazione, a pranzo, a cena. Quindi cosa c'è di meglio che infilzare il Mastellone e servirlo agli affamati di antipolitica? E magari condirlo con i mali della Giustizia che c'entrano come i cavoli a merenda. Eppure l'Espresso li serve accoppiati. Titolo dell'inchiesta: "Chi ha ucciso la giustizia. Quattro anni per un processo penale, sei per uno civile. Lo sfascio del sistema giudiziario. Il primato del tribunale di Venezia. E intanto il ministro Mastella e suo figlio volano al G.P. di Monza con l'aereo di Stato". Cosa c'entra scusate? Se il Guardasigilli a Monza ci fosse andato in tandem pedalando col figlio (tutta salute signor ministro...) i tempi dei processi si accorcerebbero? Ma dài, vediamo di piantarla. Se la Giustizia è nello stato comatoso che conosciamo gli aerei di Stato non c'entrano niente. L'abuso degli aerei di Stato non costerà mai quanto gli abusi delle intercettazioni telefoniche, delle interminabili indagini preliminari o della carcerazione preventiva. Mastella con un voto lo si manda a casa. I giudici no".

venerdì 14 settembre 2007

"Libero" volo (parte prima)

Ho ricevuto molte proteste e molti commenti. Molti insulti. E credo che sia comprensibile l'indignazione che accompagna una notizia sbagliata e data in un modo quanto meno singolare. Un aereo di Stato utilizzato per motivi personali. Ma le cose non stanno così. Voi siete liberi di credermi o no ma le cose non stanno in questo modo. Invitato ad essere presente alla premiazione nel gran premio di formula 1 ho verificato le possibilità di arrivare in tempo. E un aereo di Stato era già stato previsto per il viaggio. Ho chiesto un passaggio e sono arrivato a Roma per partire. Ho portato mio figlio con me, anche se Elio il biglietto per un volo di linea già l'aveva acquistato. Ma non capisco qual'è il problema. C'era posto. Parlate di problemi di opportunità politica? Di atteggiamento offensivo rispetto a chi fa una vita diversa e molto più dura? Lo capisco. Ma è solo l'aspetto apparente della questione. La questione a mio avviso è che c'è un tentativo politico di massacrarmi in base a un progetto preciso per far cadere il Governo. Ho fatto approvare dopo 50 anni la riforma del sistema giudiziario e ho posto sul 51 bis(ovvio, fin troppo ovvio che parlassi del 41 e che si sia trattato di un 'lapsus calami'; il 51 riguarderà d'ora in poi le buffonate di Grillo) riguardo i mafiosi, dei paletti precisi e ferrei. Eppure devo avere le copertine dei settimanali per aver preso, anche per ragioni di sicurezza, un passagio aereo. Un aereo che, voglio ricordarvi, avrebbe fatto comunque quel percorso.
La realtà, credo, è che si sta tentando di riportare il paese alla caccia alle streghe. Si sta cercando di far rivivere a tutti il clima delle monetine gettate sulla macchina di Craxi. Demagogia allo stato puro. Tant'è che i presidenti di Camera e Senato mi hanno difeso. Così come il presidente del consiglio.
Ma anche da parte di un giornale che non è certo tenero con i politici, come "Libero", c'è stata una chiara presa di posizione in mia difesa. Scrive il vicedirettore Gianluigi Paragone: "Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella ha preso un aereo di Stato per andare al Gran premio di Monza. E' successo il finimondo. Non ci vedo lo scandalo, visto che era lì come ministro della Giustizia per la premiazione. Certo si può discutere sulla nobiltà della missione, ma se lo hanno invitato e lui ha accettato il problema non si pone più. Rappresentava l'esecutivo insieme al vicepremier Rutelli. Del resto in passato ci andarono anche autorevoli esponenti del governo Berlusconi. Usando aerei di Stato. Non si devono più usare? Facciano una legge così la finiamo. Oppure mettano per iscritto quando si possono e quando non si possono usare.
Obiezione numero uno: non era opportuno che il Guardasigilli usasse il volo di Stato per andare al Gran premio. Può darsi, ma allora non è opportuno che vada scortatissimo allo stadio, a passeggio con la moglie,al cinema e dovunque non sia casa o bottega. Anche quelle sono spese. Il Guardasigilli è uno dei ministri più blindati e più a rischio in assoluto, tanto che la sua protezione dura oltre il mandato. A prescindere se si chiami Mastella o Castelli. A meno che non si stabilisca che per Mastella le più alte protezioni non valgono perchè è un vecchio democristiano, un po' ciccione, coi capelli tinti e terrone. (segue)

mercoledì 12 settembre 2007

Grillo e il Qualunquismo appoggiato

C'è chi lo appoggia il qualunquismo. Che dire, è legittima anche la spintarella di chi sente aria di populismo e l'appoggia ugualmente. Io non rispondo a Grillo, nè ho aperto un blog per farlo. Saranno tre o quattro i post dedicati direttamente ai suoi temi. Non ho chiesto agli elettori dell'Udeur di scrivergli per protestare o intasare di parole e offese il suo spazio. Non mando mr. Bean dove lui pensa sia logico mandare me. Ricordo solo che in Parlamento ci si arriva in base ai voti che si ricevono. Ed è per questo che il tetto delle due legislature è irreale.

giovedì 6 settembre 2007

grillo o pinocchio?

Una premessa è d'obbligo. Non ho aperto un blog per dialogare a distanza, tra insulti e calunnie, con grillo o i suoi fans. L'ho fatto per misurarmi con uno strumento sconosciuto (ora meno) e di grande potenzialità che mi avvicinasse maggiormente ai cittadini. E dunque è giusto che vi siano anche i fans di grillo, o chi mi odia, (per la politica o la classe politica che rappresento, non certo credo come singolo individuo). E' giusto. Come è giusto che io mi occupi anche degli altri o che continui il mio percorso sul mio blog per ciò che voglio dire e per gli argomenti che voglio affrontare.

Detto questo vieniamo alle cause di cui si fa patrocinatore il grillo saggio nei miei confronti (e perchè allora non nei confronti dell'intero parlamento che ha votato l'indulto o nei confronti delle centinaia di parlamentari che l'hanno approvato?). Demagogia, qualunquismo, populismo. I mali di questi anni. Il blog di grillo in cui, anche per gli abbinamenti fotografici in cui mi si addita alla pubblica opinione alla stregua di un assassino, ha tuttavia preso una cantonata. Oramai è dato certo che nessun indulto ha rimesso in libertà gli assassini di cui parla il comico (comico?). Più che grillo saggio dunque, pinocchio. Lo scrivo ma in realtà mi interessa poco. Perchè non è l'indulto la causa della delinquenza. Dove vuole arrivare grillo, alla pena di morte? Si mette a capo di un nuovo fascismo del duemila? Si accomodi pure.

mercoledì 5 settembre 2007

Benigni, la pietà, l'indulto e Grillo

"Prima della nascita di Gesù il sentimento della pietà non esisteva. Probabilmente c'era, nei singoli uomini, ma non esisteva, intendo dire, come sentimento pubblico. Riconosciuto. La pietà arriva dunque con Gesù. Il giorno che tre militari romani stavano picchiando un poveraccio per strada Gesù fermò il centurione che si accaniva e gli disse:Fermati!Che cosa fai? E quello gli rispose- "ma che ti frega di questo disgraziato...questo è..l'ultimo". "No-rispose Gesù- l'ultimo sei tu!Questo è il primo!".
Comincia così a farsi strada pubblicamente il sentimento della pietà. Prima non c'era. E' una cosa importante, che ci tiene uniti, che ci fa più forti, che ci distingue dalle bestie. E anche oggi, dove il mondo è diviso tra chi fa del bene e chi fa del male, anche oggi che non si fa neanche caso alla cattiveria, al menefreghismo, alla possibilità che ci sia un "cattivo" in più, perchè che cosa vuoi che sia un cattivo in più? (e invece no anche un solo cattivo in più fa differenza...ricordatelo sempre), anche oggi dicevo...la pietà è un sentimento importante. Ecco, lo dico seriamente, è un discorso serio insomma quello che sto facendo, e non l'ho ancora detto finora ma ringrazio anche Mastella, per essere riuscito, insieme a questo Parlamento, a portare fino in fondo il provvedimento dell'indulto. Portando avanti un discorso di pietà che rende una società più giusta e più forte".
Ho voluto riportare qui, per quello che ricordo, uno dei passaggi incredibili del discorso di Roberto Benigni nello spettacolo che porta in giro per l'Italia e che ha fatto a Telese. Un comico sì. Anche lui un comico. Ma certo molto più che un comico. Un artista che rappresenta l'orgoglio italiano in tutto il mondo. E riconosciuto come tale ovunque egli vada. Certamente non si è limitato a ringraziarmi per il sentimento di pietà dell'indulto. E due o tre botte pesanti me le ha regalate, tra le risate del pubblico. Ma è uno che ha capito. E ha un livello culturale e politico, oltre che artistico, inarrivabile quasi. Ora c'è anche chi non la pensa come lui. E' comprensibile. Beppe Grillo ad esempio. Mi accusa di ciò di cui mi ringrazia Benigni. In maniera gretta, meschina. Con campagne populiste che ignorano ogni aspetto costituzionale. E non sa, o finge di non sapere ancor più grave, che il provvedimento è stato votato, come deve essere, da due terzi del Parlamento. Che non sa, o finge di non sapere ancor più grave, che non è l'indulto che fa delinquere un delinquente. Che non sa, ma è bene che sappia, che lo sciacallaggio qualunquista delle sue invettive non mi tange. Mi sfiora sì. Ma è un vento che lo porta, in pratica, a stare dalla parte di chi ha approvato la crocifissione di Gesù. Io sto dall'altra parte.

sabato 1 settembre 2007

Due cose sulle case e sulla Casta

Scrivo due cose sulle case, per cui sono stato chiamato in causa sui giornali, e sulla cosiddetta Casta di privilegiati.
Primo agomento: se avessi voluto comportarmi male in tutti questi anni di politica passati in primo piano, non mi troverei oggi senza soldi da parte. Io ho investito i sacrifici di una vita, dopo tanti anni di affitto a Roma, in una casa di 85 metri quadri. Avrei potuto condurre una vita diversa, scorretta e disonesta e, dopo tanti anni in posizioni di potere, comperare decine di case o farmele regalare. Capisco anche che fare questo discorso è assurdo, perchè uno non è che si può vantare di essersi comportato correttamente. Farlo è infatti ciò che ci si attende da noi politici. Ma non si può neanche restare freddi e distaccati davanti alle accuse di comportamenti disonesti quando la propria vita è stata condotta respingendo i facili compromessi in nome del rispetto dei valori dell'onestà e del rigore.
Secondo agomento: il diritto di prelazione, che non è il privilegio di una Casta "d'intoccabili" ma un diritto di molti italiani che si sono trovati in uguale posizione, mi ha consentito di investire dei soldi anche per piccole metrature per i figli. Problemi comuni a molti cittadini come potete vedere e affrontati, ripeto, con i "privilegi" di moltissimi inquilini che si sono trovati nelle mie condizioni. E nel rispetto delle leggi. E risponderò, a chi metterà in dubbio la veridicità di quanto dico, in ogni modo.

domenica 26 agosto 2007

L'importanza di Telese

Domani riprenderò a tempo pieno l'attività politica. Parte la festa di Telese che già dallo scorso anno, dopo diverse stagioni di ottimi dibattiti, ha assunto un carattere preminente nel panorama degli appuntamenti estivi dei vari partiti. Le giornate saranno piene di incontri e di spunti interessantissimi, e tutti i maggiori leader passeranno a trovarci. Mi scuso quindi se, almeno fino al 3 settembre non potrò aggiornare i post. Farò di tutto per passare dal blog e rispondere a qualche commento, ma non mi sento di prometterlo. Le giornate a Telese sono lunghissime e spesso gli appuntamenti sono inseriti anche la sera. Arrivederci a presto. Chi vuole può venire a trovarci e chi non può, o non vuole, potrà seguire la manifestazione sugli organi di stampa. L'importanza di Telese 2007 è comunque sotto gli occhi di tutti.

sabato 11 agosto 2007

Il fallimento del bipolarismo e il mare, ovvero il progetto del centro

Se qualcuno mi avesse detto solo tre anni fa che sarei stato qualche giorno in barca in vacanza, con un computer, alternando un giro delle isole con gli amici, con il lavoro e lo svago internettiano, lo avrei preso per un pazzo. Ospite sulla barca di amici penso a quando la barca per me era quella con i remi o il semplice gozzo. E mi torna in mente, di quei tempi, il mio arrivo a Roma. Quando, invitato a colazione, mi stupivo che mi dessero come orario le 13. Per me la colazione era quella con il latte. Insomma la colazione era la colazione e non il pranzo. Io lo so che pochi mi crederanno, ma vi assicuro che non è che io sia cambiato poi molto. Sono rimasto quel ragazzo li. E mi viene da sorridere nel ritrovarmi a pigiare su questi tasti mentre intorno c'è chi fa il bagno, chi si tuffa, chi si prepara per la sera. E chi mi prende in giro per questo nuovo hobby del blog. Lasciata Ponza, che meriterebbe attenzioni maggiori e aiuti, e Ischia che mi ha ritemprato, riapro il blog.Un arretrato di commenti da far paura.
Ne approfitto comunque anche per rispondere, come avevo promesso a qualche commentatore, alle domande sul perchè della esigenza di un centro. E perchè io creda così tanto alla necessità di costituire una forte area moderata che si ponga al centro della vita italiana. Il fallimento del bipolarismo è sotto gli occhi di tutti. Ci si alterna al governo (l'alternanza è sacrosanta tuttavia) passando il tempo a riformare le leggi fatte dal governo precedente, come nel caso attuale, e non per il gusto sadico di farlo, bensì perchè chi precede delibera pensando alla propria parte politica e basta. Altro che costi della politica. Questo è un vero costo alto della politica. L'immobilismo sostanziale nelle regole che dovebbero essere di tutta la società, di tutto un paese. Giustizia, Scuola, Lavoro, Editoria, Conti pubblici,Rai: abbiamo passato il tempo a riportare sul binario di un minimo di democraticità e di regole condivise un paese. E non è un costo alto questo? E quando cambi ogni tre o cinque anni gli schemi ai cittadini, a partire dagli esami di maturità o di riparazione per finire a tutte le altre questioni, non rechi un danno?
Alternarsi alla guida non vuol dire questo, non deve voler dire questo. Il bipolarismo ti ci conduce per forza di cose e spinge noi a fare i conti con i Caruso e il centrodestra con i Gentilini.
Riforma elettorale a parte, che naturalmente può più o meno agevolare il mio progetto, credo che sia giunta l'ora per una forte iniziativa di centro. Un centro autorevole, equilibrato, che scriva un progetto di governo del paese che possa essere accettato da tutti o condiviso in parte. Tornerò su questo argomento e vi chiedo di dirmi fin d'ora che cosa ne pensate.
Proviamo a farlo insieme, magari per temi. Mi aspetto idee, contributi, o anche indicazioni di massima. Non faccio io il progetto di centro a tavolino, facciamolo tutti insieme a partire da questo spazio!

giovedì 9 agosto 2007

La natura del mio blog e le risposte ai commenti

Cari amici nuovi, cari nemici e cari semplici lettori, vi scrivo qualche riga per dirvi alcune cose che penso dopo queste settimane di blog e di esperienza nel gestire uno strumento per me ancora complesso. Non ho aperto questo spazio per parlare da ministro. E a dire il vero neanche da senatore, anche se la foto con la bandiera alle spalle e la mia firma (sen. Mastella) ha senza dubbio tratto in inganno e contribuito alla confusione. Era tuttavia la foto in digitale che avevo sul pc e quindi la più semplice da inserire. Ho aperto un blog e non un sito ulteriore. Se avessi voluto aprire una sorta di rubrica "lettere a..." lo avrei fatto come appendice al sito del partito, o del ministero o altro. Volevo misurarmi con questo mondo e parlare anche di altro: del traffico, del costo della vita, dei problemi del lavoro, delle molte contraddizioni della società, dei problemi che vi assillano e che non arrivano dentro i palazzi. Insomma di politica certo, e sempre, perchè è impossibile affrontare alcuna questione senza questo denominatore comune, ma in senso più generale. E lo farò. Questo non vuol dire che non accetterò di pubblicare o rispondere a commenti che parlano di altro. Ma che proseguirò nel cammino che mi sono prefisso con questo nuovo spazio.
I casi singoli che mi vengono sottoposti, ad esempio, li leggo, li analizzo, chiedo chiarimenti ai miei uffici. E poi deciderò se rispondere qui o in separata sede. Come quello di Eugenia e di tanti altri.
Severino Cicerchia, scrive ogni giorno riempiendomi di insulti irripetibili e credo debba consultare un buon medico.
Altri si rivolgono a me spazientiti perchè dopo due commenti non ricevono risposta. I commenti sono moltissimi e faccio quello che posso nel tempo che mi sono dato. Se volevate risposte di staff e d'ufficio potevate rivolgervi altrove. Con calma e pazienza io risponderò. E non mi dite che censuro e lascio solo i commenti che mi fanno comodo, come qualcuno tra voi mi scrive, perchè non è vero, non è giusto, e, inoltre, è smentito da ciò che potete leggere. Se avete voglia di leggere anche i commenti degli altri e non solo controllare la pubblicazione dei vostri. Ora vi lascio un po', risponderò ai commenti e preparerò la festa di Telese di fine mese. Piena di ospiti, dibattiti, interviste, musica, poesia, giovani e anziani insieme.
P.S. A quanti di voi che mi mandano all'inferno replicherò con Benigni, che ci porterà tutti in Paradiso. :-)

venerdì 3 agosto 2007

Sandra, io...e Sophia Loren

Non vedo l'ora di essere a Cortona e rilassarmi finalmente in pace. Tra mia moglie Sandra e Sophia, due donne eccezionali. L'occasione è data dal Festival del Sole, inaugurato proprio dalla Loren che presenterà domani un grande concerto dedicato al marito scomparso, il famoso produttore Carlo Ponti. A dirigere l'orchestra sarà il figlio Carlo Ponti Jr, musicista di cui tutti dicono un gran bene. Sono sicuro che sarà una bellissima serata. E poi la musica che ascolterò è la mia preferita: Verdi, Rossini, Puccini e, mi hanno detto, un particolare omaggio di Ponti Jr alle indimenticabili musiche felliniane di Nino Rota. Ringrazio qui Sophia, perchè non ha idea del piacere che mi ha fatto con questo invito. La "mia musica" e le due donne per me più belle del mondo, che cosa potrei chiedere di più a un sabato sera d'agosto?

giovedì 2 agosto 2007

Torno a postare con fatica

Mi chiedete commenti e molti di voi sono sinceri. Mi criticate duramente. E molti di voi lo fanno sul serio, senza insulti e non per partito (d'altri) preso. Ma vi sono altrettanti tra voi, anonimi o con nomi pittorreschi ( e non parlo di nick) che mandano solo minacce o insulti grevi, oltre che gravi. E accompagnano il tutto con tentativi di bloccare il blog. E negli ultimi giorni l'impresa è riuscita. Come fa notare il ministro Gentiloni nel suo spazio web, passato da una media di dieci e duemila, i commenti arrivano tutti da uno stesso indirizzo, girati in semiautomatico e la grillodipendenza viene giudicata dalla mia piattaforma alla stessa stregua di un tentativo di spam. Ora sapete bene che sono alle prime armi con questo mezzo per cui mi create solo difficoltà che richiedono tempo. Mi sembra di aver risolto, per il momento. E voglio solo dirvi che, contrariamente a ciò che crede qualche fanullone tra voi, io lavoro. E abbastanza duramente. E qualche sera, anche se molto stanco, passo qui. Non perchè devo (come qualche imbecille tra voi pensa) ma perchè voglio. Perchè ho deciso di farlo per capire di più. E colgo l'occasione ora per rispondere su due temi su cui avete tempestato i miei post che parlavano d'altro: l'episodio genovese della scuola Diaz e i diritti di Europa 7.
Sul primo argomento sembra ormai acclarato che nella scuola si siano verificati atti incredibili e vergognosi di sopraffazione e violenza. Il fatto di essere politici o avere responsabilità di governo oggi rispetto a chi le aveva al momento dei fatti non mi rende certo allegro. Sono stupito di ciò che ho letto in proposito almeno quanto voi. Sui diritti di Europa 7 so quello che ha detto il ministro Gentiloni e posso testimoniare che è vero che il collega si sia battuto fin dall'inizio del suo mandato per il riconoscimento totale dei diritti di questa Tv. E condivido. Il che non vuol dire che io debba rispondere a domande troppo specifiche su siti e persone che mi hanno offeso in modo grave. E su materie che non sono di mia stretta competenza. Tornerò in questi giorni e poi prenderò un breve periodo di vacanza. Ma leggerò e commenterò comunque.

martedì 24 luglio 2007

Di Pietro, l'indulto e il qualunquismo

Ora basta, è necessario scrivere poche parole subito, sia pur tra cento cose da fare. E' possibile che Di Pietro abbia passato più tempo di me sui libri giuridici e sui testi di diritto. Il punto è che pur studiando più di me non li ha capiti. Io invece credo di aver afferrato il senso di quello che ho letto. Nel merito delle questioni poi ho chi interpreta articoli e leggi almeno alla sua stessa stregua. Io sono il ministro della Giustizia. Lui non lo è. Questo è un dato di fatto. E per vostra fortuna. Io cerco la ragionevolezza e il buon senso, lui mi sta utilizzando per finire sui giornali con polemiche pretestuose. Ha sentito aria di elezioni, evidentemente.
Come per l'indulto, che a suo dire avrebbe nascosto chissà quali nefandezze. Allora voglio dirvi chiaramente che l'indulto come atto di clemenza, chiesto anche dal Papa in visita al Parlamento, non fu contestato con queste accuse dal signor Di Pietro. Che l'indulto, decisione collegiale del governo, ben visto da tutte le cariche dello Stato, non può essere criticato sulla base di alcuni casi, sia pur numerosi, di reiterazione di atti delinquenziali. Perchè sarebbe un grave errore e si farebbe un torto enorme a chi ne ha usufruito, ai parenti e alle famiglie di chi si è reinserito a pieno titolo nella società. O volete veramente credere alla balla che un governo di centrosinistra, ma vorrei poter dire un governo comunque, produce un atto così difficile da spiegare per far piacere ad avversari o amici politici e per difesa di cosiddetta "casta"? Ma smettete di credere a queste letture distorte e negative delle decisioni che vengono prese. Parlate con chi si trova in carcere, parlate con le famiglie, andate sui siti dedicati al problema carcerario. Non state solo dalla parte di chi per un voto in più pensa a un carcerato in più.

lunedì 23 luglio 2007

D'Ambrosio, Di Pietro e la Coce Rossa

Rispondo ai commenti puntualmente. E se non aggiorno i post, è perchè in questo momento, come avrete forse letto e sentito, sono molto impegnato con i temi della giustizia e con le polemiche in cui mi si vuole trascinare a tutti i costi. A me non piacciono le forzature (altrimenti non starei in un partito di centro no?) e quando devo esprimere un giudizio mi comporto di conseguenza, come nel caso del Gip di Milano. Il ministro Di Pietro mi attacca per questo? Mi paragona alla Croce Rossa su cui non vale la pena sparare? Rispondo che la Croce Rossa, composta in massima parte da nobile volontariato, è distante anni luce dalla sua mentalità così poco cattolica. E mi basta che il suo ex capo, l'ex procuratore capo di Milano, Gerardo D'Ambrosio, senatore, la pensi come me. C'è stata una forzatura evidente sul tema delle intercettazioni e dei politici chiamati in causa. Punto e basta.

sabato 14 luglio 2007

Come Paris Hilton e non come Benedetto Croce

Durante uno speciale televisivo dedicato a Paris Hilton, sabato sera alle 19.45 su La7, si sono alternate le solite interviste a personaggi più o meno famosi che hanno commentato la sua popolarità. Analizzandola e criticandola. Interessante la riflessione di Vittorio Sgarbi che ha paragonato Paris Hilton a Clemente Mastella e Hilary Clinton. "Esistono, non ne penso nè bene nè male, che cosa posso dire. Non so per quale motivo siano noti, non hanno un loro pensiero profondo. Non so...non sono certo come Benedetto Croce".
Ecco essere abbinato a Paris Hilton e contrapposto a Benedetto Croce mi ha fatto uno strano effetto.

venerdì 13 luglio 2007

Soddisfatto

Soddisfatto. Si sono soddisfatto. Non ho imposto. Ho lasciato che l'aula discutesse e decidesse, modificasse e ragionasse. E, alla fine, la riforma migliore possibile vista anche la situazione politica generale, è stata approvata. Ora si va alla Camera. Ma con un altro spirito e un altro clima. Il post di ieri tutto sommato è stato premonitore e non ho altro da aggiungere. Guardo avanti.

giovedì 12 luglio 2007

Stanco ma sereno

Per essere stanco sono stanco. Stasera sono veramente stanco. Ma una cosa qui la voglio lasciare comunque. La giornata è stata molto pesante. E quella di domani lo sarà ancora di più. Non so dire che cosa accadrà. So però che la riforma della giustizia è, in questo esatto momento, la miglior sintesi possibile. E che essendo contrario, nel caso specifico, alla richiesta di fiducia, combatterò fino all'ultimo per evitarla. E' giunto il momento delle assunzioni di responsabilità. Manzione si assumerà le sue, Di Pietro le sue, e io le mie. C'è chi gioca sugli accordi e sulle intese. Io non gioco. Non ho mai giocato in vita mia nonostante a qualcuno piaccia dipingermi come un giocatore d'azzardo. Ma vi assicuro su ciò che ho più caro che se il governo torna nuovamente sotto domani, sull'emendamento che può stravolgere il progetto di riforma, io mi dimetterò. Sarà la crisi di governo? Saranno elezioni anticipate? Non so dirvi stasera. Io credo che alla fine vincerà la ragione e la riforma passerà così come io l'ho concepita. Ma se non fosse così, io avrò la coscienza a posto, ed è quello che mi interessa.

mercoledì 11 luglio 2007

Non so se sarà bello

Non so se sarà bello. Nè so se ho capito bene il significato di un blog. Ma vedo che neanche è stato aperto e c'è già chi ci vende antagonismi con altri politici o spazio per protagonismi sterili. Non è così. Come ho spiegato in un post precedente mi sono solo interessato a questa nuova forma di comunicazione, che mi consente di essere diretto e spiegare in maniera semplice come vedo le cose. Leggere, sul mio o sul altri blog che visiterò, come vedete le cose voi. Più che per pubblicizzare le mie ragioni insomma ho aperto il blog per avere un contributo ulteriore dall'esterno e, di conseguenza, per pubblicizzare le vostre ragioni. La politica non è questo? Se poi invece c'è chi crede che la politica sia "portare i cani per l'aia", non è affar mio.

lunedì 9 luglio 2007

Oggi che la chiedo io

Curiosa questa storia delle comissioni d'inchiesta. Ogni volta che è accaduto qualche cosa in Italia, qualunque cosa, c'è chi si è alzato in piedi e ha proposto una commissione parlamentare d'inchiesta. Spesso con successo. Oggi che la chiedo io, per un fatto così grave come lo spionaggio di magistrati (non solo italiani)avvenuto ad opera dei servizi segreti, c'è chi fa opera di scetticismo, chi si indigna, e chi afferma che esistono già i mezzi per essere messi a conoscenza di quanto è avvenuto in questi anni. Io continuo a non esserne affatto convinto. Il fatto è molto grave e la commissione penso proprio che non sia eludibile. Magistrati spiati, schedati con i loro familiari e boicottati e ostacolati nel loro lavoro. E non è che per il solo fatto di essere un ministro, e della Giustizia per di più, io debba perdere il mio diritto di cittadino di essere informato con esattezza di pagine chiuse del libro messo sullo scaffale prima di me. Che dite? Gli diamo un'occhiata pubblica e insieme per capire le responsabilità politiche della questione o no?

mercoledì 4 luglio 2007

C'è in giro chi ci prova

C'è in giro chi sta provando a farmi passare come un ministro della giustizia che vuol mettere il bavaglio alla magistratura. Chi mi conosce sa che di me si puo' dire di tutto, e si è detto molto negli anni. Io, davanti alle critiche anche feroci che poggiano su falsità, molto spesso lascio correre. Magari alzo la voce, minaccio, ma poi in definitiva lascio andare. Ma una menzogna così grande non passerà mai. E non sarà necessario alzare la voce per mandare tutti a casa a lavarsi i denti.

martedì 3 luglio 2007

Il caso Grillo

Leggo su alcuni giornali un attacco un po' strumentale a Beppe Grillo, come spesso strumentali sono gli attacchi dell'attore, oggi uno dei più famosi autori di blog del paese. Dal momento che Grillo fustiga i costumi degli italiani potenti e dei politici, ma soprattutto delle grandi multinazionali, e pizzica un po' tutti invitando alla coerenza, non è parso vero di criticarlo perchè sovrappeso e in gita con un motoscafo inquinante. Tanto più che la barca Grillo aveva annunciato di averla venduta anni fa. Ora: la barca è di un amico, e fare un bagno al largo è un piacere per tutti. Fustigatori e fustigati. No, non mi getto sul corpo, sovrappeso (ma io non posso certo parlare in quanto a chili di troppo) del cabarettista ligure. Non mi piacciono le forzature, nè in un senso nè nell'altro.

Referendum trappola

Giulio Andreotti diceva, e credo si sia sempre più convinto della bontà della sua massima, che "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina". E io penso molto male di tutto il gran parlare e il gran movimento che c'è intorno al referendum per la modifica della legge elettorale vigente. Che, sia chiaro, non piace del tutto neanche a me. Non mi sembra infatti corretto che per modificare una legge proporzionale imperfetta ma che consente a tutti i partiti di essere rappresentati, si scelga per mesi la strada del silenzio e dei tentativi parlamentari blandi, e poi, di colpo, si dia una sorta di semaforo verde ai promotori di un referendum che riporterebbe l'intera rappresentanza a due soli grandi "partitoni". A due soli schieramenti. Destra- Sinistra. E trovo anche poco seria la giustificazione che viene data: e cioè che dal momento che i partiti non sono in grado di mettersi d'accordo, prima si vota il referendum e poi, con quella decisione in tasca, si viene in Parlamento per correggere ciò che c'è eventualmente da correggere e per accontentare un po' tutti. Il referendum insomma come sprone alle forze politiche a legiferare. Io credo invece che siano in molti a voler giocare questa partita referendaria come un'occasione per far fuori tutti i piccoli e medi partiti dell'arco costituzionale. Sento puzza di bruciato dunque e mi comporterò di conseguenza alla mia intuizione, e al mio olfatto.

lunedì 2 luglio 2007

Speciale e il bicchier d'acqua

Sul caso del generale Speciale credo di aver detto tutto. E anche dopo la decisione dell'ex capo della Guardia di Finanza di querelare il ministro Padoa Schioppa e il presidente del consiglio Romano Prodi per l'imagine che di lui hanno dato sostituendolo bruscamente e additandolo al paese, rimango della mia convinzione. E cioè che tutta la vicenda è stata condotta molto male. E che si poteva fare molto, ma molto meglio, con estrema facilità. Ci si è insomma perduti in un bicchier d'acqua.

Mastella allo specchio

Prima di imbarcarmi nella decisione di aprire questo blog mi sono fatto delle domande e mi sono dato delle risposte, come nel "tormentone" televisivo "Sottovoce" dell'amico Gigi Marzullo. Domande e risposte che dopo aver scritto e riletto i primi "post" molto "istituzionali" diventano ancor di più di attualità: 1)Può un politico e per di più un ministro, utilizzare uno strumento - diario come questo per dialogare con i più giovani, con gli elettori di tutti i partiti - o anche con chi non si reca più a votare - per scambiare opinioni e spiegare ciò che fa e ciò che dice? 2)E' giusto che chi ha responsabilità di governo si mostri dubbioso, chieda giudizi, cerchi di regolarsi nel suo comportamento quotidiano anche con la popolazione web? 3)E' giusto rischiare di far la parte della settantenne in minigonna, come molti vedo fanno rincorrendo a tutti i costi la modernità, solo perchè si sente di aver qualche cosa da dire? 4)E' infine corretto aprire un blog quando si è in maggioranza e pertanto più che fare domande bisognerebbe dare risposte? A tutte le domande mi sono risposto di si. A patto di farlo in buonafede, A condizione di mettermi lì, cioè qui, e studiare questo nuovo mezzo di comunicazione. Come farei per una nuova lingua. Credendoci realmente, togliendo un po' di filtri tra chi affronta la vita con i suoi problemi quotidianamente e chi, come me, oltre a farlo deve anche trovare soluzioni per la società. E per chi la rappresenterà in futuro. E ho deciso di provare. Chiaramente dovrò, per cause di forza maggiore, trattare alcuni temi in modo più istituzionale e altri in maniera, diciamo così, più leggera. Ma sia in un caso che nell'altro sarò sempre io. Io che scrivo. Io che vi parlo. E soprattutto che vi ascolto.

domenica 17 giugno 2007

Intercettazioni e magistratura

Non voglio ripetermi ma devo tuttavia farlo. Davanti alle telefonate sbattute in prima pagina sui giornali non serve lamentarsi e attaccare i mgaistrati. La politica ha gli strumenti per modificare l'andamento delle cose. C'è una legge approvata alla Camera dei deputati che è ferma al Senato. La si voti. Non ci sono i numeri? Si va a casa. Ci sono? Si va avanti e si governa. Questa "è la democrazia, bellezza". Questa è la politica.Il resto sono chiacchiere.

sabato 16 giugno 2007

Inferno

Io credo che esista davvero. E crederci mi consola molto davanti a tutto quello che i mei occhi vedono. E i vostri occhi che cosa vedono?

mercoledì 30 maggio 2007

Mastella scrive a Pezzotta

Caro Savino, come ricordi, il 12 maggio, in piazza a San Giovanni c’ero anch’io. Con la mia famiglia, con i miei amici, ho passeggiato in una piazza in festa, ed ho soprattutto guardato, ho ascoltato, ho “annusato”. E ho capito. Ho capito che quella piazza di cattolici chiedeva una cosa: chiedeva partecipazione e cittadinanza per la propria identità. Chiedeva risposte per poter dare un senso alla propria esistenza, nella consapevolezza che le risposte individuali di cui ha bisogno ogni singola famiglia, sono una parte di risposte per la comunità, e possono quindi permettere all’intera nazione di progredire e crescere nel benessere. Paradossalmente rispetto a quanto oggi si va dicendo, chiedeva “politica”, intesa come volontà di condividere un’assunzione di responsabilità all’interno di un proprio quadro valoriale e di una peculiare quanto universale ispirazione. Sì, ho sentito in quella piazza, voglia di politica, come forse dalle grandi mobilitazioni di sinistra degli anni Settanta non vedevo più.
Era da tempo che non vedevo all’opera il cattolicesimo militante, mobilitato per un’idea, quella della famiglia, che rappresenta un progetto e che incarna il senso del futuro, meglio di ogni altra. E da quella richiesta di partecipazione mite, gioiosa e non rivendicativa, ho capito che la nostra missione politica, la nostra vocazione di cattolici impegnati in politica, è oggi più che mai attuale, e non è, e non può essere, consegnata alla storia.
La piazza del 12 maggio mi ha in sostanza aiutato a dare forza alle mie convinzioni circa la consapevolezza di una spinta propulsiva, innovatrice e fortemente attiva, dell’ispirazione cristiana quale fondamento dell’agire politico. Una ispirazione che non è ideologica e che pertanto non ha e non vuole avere pretese totalizzanti, ma che ha e vuole avere diritto di cittadinanza attiva, attraverso la partecipazione popolare ai processi decisionali del Paese intero.
La piazza del Family day mi ha quindi confermato che la partecipazione popolare è la risposta; e che la politica si rilancia solo attraverso questa partecipazione “popolare”, aggettivo quest’ultimo, che strenuamente tengo nel simbolo del mio partito quale soggetto attivo dei processi di cambiamento: “Popolari-Udeur”.
Caro Savino, fin qui sono certo che ci intendiamo. Come ho evidenziato, lo strumento con il quale io voglio collaborare a dare una risposta di partecipazione popolare l’ho costruito e lo costruisco ogni giorno con i Popolari-Udeur; ma fammi capire meglio, come pensi di declinare il tuo impegno, come pensi di dare seguito ad una mobilitazione che è, in senso alto, mobilitazione politica, quale quella del 12 maggio? A cosa pensi quando nella tua intervista concludi affermando che ti batti per i tuoi valori, per una cultura che in Italia deve mantenere la capacità di esistere? Se a queste domande non rispondi con il mio percorso, o comunque con un percorso politico-partitico e parlamentare, come rispondi?
Clemente Mastella
Lettera al portavoce del Family Day, Savino Pezzotta

mercoledì 23 maggio 2007

Nel ricordo di Falcone

Mi è sembrato doveroso ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Vito Schifani, di Antonio Montinaro e di Rocco Di Cillo, nel quindicesimo anniversario della morte, quì, nel luogo ove Giovanni Falcone lavorava quale Dirigente Generale degli Affari Penali il 23 maggio del 1992. E mi è parso giusto farlo con chi qui lo conobbe e con chi in questo Ministero lavora. Giovanni Falcone cadde vittima del più violento attacco criminale portato da Cosa Nostra allo Stato. La Sua colpa era quella di avere, con grande intelligenza e capacità, condotto indagini contro i mafiosi e di averli portati al giudizio della Corte di Assise nello storico e fondamentale maxiprocesso di Palermo.
La Sua colpa era quella di avere, con grande attenzione, raccolto le devastanti dichiarazioni dei primi collaboratori di giustizia. La Sua colpa era quella di avere individuato la strada per la legislazione premiale in favore dei collaboratori. Giovanni Falcone era, insomma, un nemico della mafia e la mafia ne ebbe giustamente paura. Egli è stato un grande magistrato, ben consapevole di quanto la sua vita fosse in pericolo, essendo stato già destinatario di un grave tentativo di attentato, nel 1989, all’Addaura. Ma in Lui conviveva un fortissimo senso dello Stato e della Giustizia e mai il Suo impegno venne meno, anche quando dovette subire l’amarezza di incomprensioni e ostilità. Giovanni Falcone ha lasciato un grande insegnamento: non arrendersi dinanzi alle difficoltà con la consapevolezza, come spesso ripeteva, che la mafia non è invincibile e che lo Stato può riaffermare la sua presenza ed il suo ruolo, al fianco dei cittadini onesti, perché lo Stato non può soccombere al crimine organizzato e al delitto.
Giovanni Falcone è stato un grande italiano ed un grande siciliano, quasi a dimostrare che la Sicilia non è solo mafia e che le regioni del sud, afflitte da una impregnante presenza mafiosa, hanno la forza e la determinazione di riconoscere nello Stato, nella Giustizia e nella Legalità, le stelle polari della crescita e dello sviluppo. Non dobbiamo mai dimenticare gli uomini che hanno dato la loro vita per fare il proprio dovere e per rispondere positivamente a nobili imperativi morali. E’ nostro impegno quello di non disperdere il valore e il patrimonio di professionalità che ci è stato lasciato. Giovanni Falcone amò riprendere una frase di J. F. Kennedy che voglio rammentare: «Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché in ciò sta l’essenza della dignità umana». Vorrei e vorremmo tutti un Paese in cui non ci sia più bisogno di eroi da commemorare, ma solo uomini da rispettare e apprezzare. Nel ricordo grato del magistrato Giovanni Falcone, del magistrato Francesca Morvillo, degli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo, vi invito ad osservare un minuto di raccoglimento.
Clemente Mastella