giovedì 6 settembre 2007

grillo o pinocchio?

Una premessa è d'obbligo. Non ho aperto un blog per dialogare a distanza, tra insulti e calunnie, con grillo o i suoi fans. L'ho fatto per misurarmi con uno strumento sconosciuto (ora meno) e di grande potenzialità che mi avvicinasse maggiormente ai cittadini. E dunque è giusto che vi siano anche i fans di grillo, o chi mi odia, (per la politica o la classe politica che rappresento, non certo credo come singolo individuo). E' giusto. Come è giusto che io mi occupi anche degli altri o che continui il mio percorso sul mio blog per ciò che voglio dire e per gli argomenti che voglio affrontare.

Detto questo vieniamo alle cause di cui si fa patrocinatore il grillo saggio nei miei confronti (e perchè allora non nei confronti dell'intero parlamento che ha votato l'indulto o nei confronti delle centinaia di parlamentari che l'hanno approvato?). Demagogia, qualunquismo, populismo. I mali di questi anni. Il blog di grillo in cui, anche per gli abbinamenti fotografici in cui mi si addita alla pubblica opinione alla stregua di un assassino, ha tuttavia preso una cantonata. Oramai è dato certo che nessun indulto ha rimesso in libertà gli assassini di cui parla il comico (comico?). Più che grillo saggio dunque, pinocchio. Lo scrivo ma in realtà mi interessa poco. Perchè non è l'indulto la causa della delinquenza. Dove vuole arrivare grillo, alla pena di morte? Si mette a capo di un nuovo fascismo del duemila? Si accomodi pure.

mercoledì 5 settembre 2007

Benigni, la pietà, l'indulto e Grillo

"Prima della nascita di Gesù il sentimento della pietà non esisteva. Probabilmente c'era, nei singoli uomini, ma non esisteva, intendo dire, come sentimento pubblico. Riconosciuto. La pietà arriva dunque con Gesù. Il giorno che tre militari romani stavano picchiando un poveraccio per strada Gesù fermò il centurione che si accaniva e gli disse:Fermati!Che cosa fai? E quello gli rispose- "ma che ti frega di questo disgraziato...questo è..l'ultimo". "No-rispose Gesù- l'ultimo sei tu!Questo è il primo!".
Comincia così a farsi strada pubblicamente il sentimento della pietà. Prima non c'era. E' una cosa importante, che ci tiene uniti, che ci fa più forti, che ci distingue dalle bestie. E anche oggi, dove il mondo è diviso tra chi fa del bene e chi fa del male, anche oggi che non si fa neanche caso alla cattiveria, al menefreghismo, alla possibilità che ci sia un "cattivo" in più, perchè che cosa vuoi che sia un cattivo in più? (e invece no anche un solo cattivo in più fa differenza...ricordatelo sempre), anche oggi dicevo...la pietà è un sentimento importante. Ecco, lo dico seriamente, è un discorso serio insomma quello che sto facendo, e non l'ho ancora detto finora ma ringrazio anche Mastella, per essere riuscito, insieme a questo Parlamento, a portare fino in fondo il provvedimento dell'indulto. Portando avanti un discorso di pietà che rende una società più giusta e più forte".
Ho voluto riportare qui, per quello che ricordo, uno dei passaggi incredibili del discorso di Roberto Benigni nello spettacolo che porta in giro per l'Italia e che ha fatto a Telese. Un comico sì. Anche lui un comico. Ma certo molto più che un comico. Un artista che rappresenta l'orgoglio italiano in tutto il mondo. E riconosciuto come tale ovunque egli vada. Certamente non si è limitato a ringraziarmi per il sentimento di pietà dell'indulto. E due o tre botte pesanti me le ha regalate, tra le risate del pubblico. Ma è uno che ha capito. E ha un livello culturale e politico, oltre che artistico, inarrivabile quasi. Ora c'è anche chi non la pensa come lui. E' comprensibile. Beppe Grillo ad esempio. Mi accusa di ciò di cui mi ringrazia Benigni. In maniera gretta, meschina. Con campagne populiste che ignorano ogni aspetto costituzionale. E non sa, o finge di non sapere ancor più grave, che il provvedimento è stato votato, come deve essere, da due terzi del Parlamento. Che non sa, o finge di non sapere ancor più grave, che non è l'indulto che fa delinquere un delinquente. Che non sa, ma è bene che sappia, che lo sciacallaggio qualunquista delle sue invettive non mi tange. Mi sfiora sì. Ma è un vento che lo porta, in pratica, a stare dalla parte di chi ha approvato la crocifissione di Gesù. Io sto dall'altra parte.