mercoledì 3 ottobre 2007
Legge Gozzini
L'ex br condannato all'ergastolo ma in semilibertà, sulle pagine dei giornali per fatti di cronaca, mi ripropone riflessioni sulla legge Gozzini. Io ho in proposito una mia idea ma certo se la dico vengo fatto a fette. E quindi la tengo per me. Almeno per il momento. Ma vorrei sentire anche da voi se pensate vada rivista o se avete in proposito idee e commenti.
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36 commenti:
la legge sulla semilibertà è accettabile (se proprio proprio bisogna accettarle)ma è valida solo per quei detenuti che dimostrano veramente di essersi pentiti! non per terorristi che hanno sempre affermato di essere ancora convinti dui quello che hanno fatto!!!
quello va rinchiuso, buttando la chiave e saldando la serratura!
Dalla legge Gozzini stralcio i seguenti articoli:
"Art. 14-bis. (Regime di sorveglianza particolare).
1. Possono essere sottoposti a regime di sorveglianza particolare per un periodo non superiore a sei mesi, prorogabile anche più volte in misura non superiore ogni volta a tre mesi, i condannati, gli internati e gli imputati: a) che con i loro comportamenti compromettono la sicurezza ovvero turbano l'ordine negli istituti; b) che con la violenza o minaccia impediscono le attività degli altri detenuti o internati; c) che nella vita penitenziaria si avvalgono dello stato di soggezione degli altri detenuti nei loro confronti”.
2. "Art. 30-ter. (Permessi premio).
1. Ai condannati che hanno tenuto regolare condotta ai sensi del successivo comma 8 e che non risultano di particolare pericolosità sociale, il magistrato di sorveglianza, sentito il direttore dell'istituto, può concedere permessi premio di durata non superiore ogni volta a quindici giorni per consentire di coltivare interessi affettivi, culturali o di lavoro. La durata dei permessi non può superare complessivamente quarantacinque giorni in ciascun anno di espiazione…”.
Cosa ne penso io?
1) - Il “Regime di sorveglianza particolare”, per i condannati a pene detentive per reati gravissimi, deve essere portato a tempo “indeterminato”. Sarà il magistrato di sorvegliaza a decidere quabdo sospenderlo.Serve da deterrente.
2) - Chi è condannato a pene detentive pesanti per reati gravissimi è, e sarà sempre, un individuo pericoloso socialmente, senza limite di tempo. Pertanto, non ha alcun diritto di chiedere e di ottenere “Permessi (cosiddetti) premio”.
Se i due miei suggerimenti si inserissero rispettivamente per il “Regime di sorvegliaza particolare”, e per i “Permessi premio” che devono essere assolutamente cancellati, nella fattispecie suddetta,si eviterebbe che il reato reiterasse, come accade spesso nella realtà.
In Italia non esiste in nessun grado di giudizio la certezza della pena, né che essa venga dal condannato scontata per intero.
Non conosco bene l'argomento ma a spanne mi sembra che la Gozzini miri alla rieducazione di chi ha subito una condanna ed è poi posto in (semi?) libertà.
Quindi uno strumento da implementare se questo è lo scopo, evitando che la funzione sociale dello Stato diventi solo repressiva abbandonando la scelta della strada riabilitativa.
Rischiando di essere semplicistico nelle proposte ,per evitare fatti tragici come quelli recenti, si potrebbe utilizzare la tecnologia per monitorare i movimenti dei soggetti posti in libertà: credo si possa fare e possa servire quale deterrente a tragiche tentazioni.
Saluti
Roberto
Egregio Ministro,
un politico con la sua esperienza non deve preoccuparsi di essere fatto a pezzi.E'arrivato il momento di fare delle riflessioni sulla legge Gozzini e il miglior modo è quello di far sapere Lei che idea ha da proporre.
Un commento mio personale è che la legge Gozzini ha perso la sua natura di legge per redimere chi ha sbagliato ma è diventata una strada rapida per i magistrati per redimere chi forse non se lo merita.
Distinti Saluti
Credo che i criminali, di qualsiasi colore politico, debbano scontare tutta la loro pena e pagare il debito che hanno acquisito con la società.
Sono di centro sinistra e ritengo che gli sconti di pena siano errori madornali, soprattutto se applicati a persone che hanno ucciso.
Altro che indulti, leggi permissive e modifiche alle regole per la libera uscita. Introdurrei i lavori forzati. I detenuti costano e le carceri scoppiano? Bene. Mandiamo i detenuti, armati di vanga e badile, a costruire nuove carceri. Se non lavori, per te solo pane, acqua e una bella cella fredda e spoglia.
Scommetto che dopo qualche anno di vera fatica, a tutti passerà la voglia di tornare in galera.
(E sarebbe un buon modo per insegnare a certa gente un vero mestiere. Magari una volta usciti di carcere sanno cosa fare anzichè ritentare col crimine per tirare a campare. Indulto docet!)
Marco Camurri
Gen.le Ministro,
accolgo sempre con immenso piacere l'apertura della classe politica ("reggente" o meno)nei confronti di una società che sembra essere tenuta in considerazione solo nel momento in cui vi è bisogno di accorrere alle urne. L'apertura di uno spazio web non può che essere salutato con un plauso, pertanto, Le faccio i miei complimenti. Dunque, innanzitutto mi presento, mi chiamo Davide e sono uno studente Napoletano di Scienze Politiche prossimo alla Laurea in Relazioni Internazionali e Diplomatiche. Vorrei parlare davvero di molte cose, partendo dai fondamenti della politica, quella "ars nobile" tanto pulita in un tempo ahimè remoto, ma mi rendo conto che il blog richiede un commento rapido ad un argomento del giorno, pertanto mi limito a fornirLe un mio personale commento.
Credo che il carcere in Italia, senza utilizzare mezzi termini, sia un grande fallimento. Si entra e si esce dalle carceri con pantagruelica rapidità, ed invece di essere luoghi di "riallineamento", non si fa nulla per cercare di promuovere nell'individuo un "humus" tale da permettergli di uscire rieducato e con la volontà di non delinquere più. Non aspiriamo a leggi più rigorose, non consideriamo i carcerati come persone ormai perse; mio caro Ministro (mi perdoni per il tono troppo confidenziale, ma l'attaccamento al discorso altera i miei ritmi linguistici), bisognerebbe incrementare gli investimenti per migliorare la funzione delle carceri, che non deve essere quella di rinchiudere tra quattro mura rinforzate un cittadino che ha sbagliato, bensì di rieducarlo al fine di permettergli una ricollocazione nel nostro tessuto sociale. Nella situazione attuale, rifacendomi alle notizie dei quotidiani ed alle statistiche sugli ex detenuti, una persona che esce da un carcere, non riesce affatto a reinserirsi nella società, e per questo non gli resta altro da fare che delinquere. Inoltre, così come Le ho fatto i miei complimenti per la creazione di codesto spazio virtuale, mi permetta di dissentire sulla sua affermazione"Io ho in proposito una mia idea ma certo se la dico vengo fatto a fette". Caro Ministro, è alquanto sbagliato che un uomo politico della Sua "mole"intellettuale non voglia esprimere un Suo lecito pensiero. Anche questo è il bello dell'interrelazione, affermare il proprio pensiero, smentendo illazioni ma talvolta anche facendosi smentire da osservazioni intelligenti. La invito pertanto ad inserire in questo loco la Sua idea, in modo da permetterci di iniziare un pacifico e proficuo dèbacle.
Colgo l'occasione per formularLe
Distinti Saluti.
Davide Nicolella
Senatore Mastella, la sto seguendo da qualche minuto su porta a porta. Non conosco la legge Gozzini ma sono uomo di buon senso e allora dico queste cose 1) che bisogna pagare la pena per aver infranto le regole 2) bisogna altresi dare una possibilita' a chiunque mostri ravvedimento e pentimento di poter ricominciare una nuova vita. Se questi due pensieri dettati dalla mia coscienza civile "cristiana" sono contenuti nella gozzini allora BEN VENGA LA GOZZINI.
Gentile ministro,
come molti altri, mi meraviglio e sono contento, da cittadino, di vedere la sua disponibilità e voglia di avvicinarsi ai cittadini.Uno strumento come questo, permette, seppur fino ad un certo punto (immagino limiti di tempo per leggere tutto e tutti)di avvicinare realmente chi governa il paese con il cittadino, permettendogli, credo per la prima volta dai tempi della polis greca, di poter conversare, confrontare direttamente (o quasi) con chi ha in mano potere decisionale sulla vita collettiva di tante persone, ora quasi 60.000.000.
Vorrei allora cogliere questa occasione per lanciare un appello a Voi, in quanto ministro della Giustizia.
Io sono studente universitario, laureando, e con un ristretto gruppo di amici ci capita spesso di commentare sui problemi e le sorti del paese. Su un punto particolare siamo piuttosto d'accordo:
In Italia manca un senso della giustizia forte. Credo che uno dei mali maggiori in Italia, e che sia responsabile in buona parte della recente ondata di rigetto nei confronti della classe politica (che deve ammettere da ben più di 10 anni è praticamente immutata nei volti/nomi di chi la guida) sia appunto il senso di INGIUSTIZIA, non tanto per mancanza di leggi, ma per la loro non applicazione (dovuta a volte al fatto di essere troppo macchinose).
Faccio un breve esempio. Mia sorella parte quest'anno a frequentare il liceo artistico. Contemporaneamente hanno cambiato la preside della scuola la quale ha constato come i muri di tutte le classi (e non dei soli bagni) siano presi di mira da graffiti, imbratti di vario genere, scritte, ecc... La disciplina inoltre è scarsa, persone che mangiano durante le lezioni, gente che entra ed esce senza orari... Insomma ha voluto subito ristabilire quelle sane (e sacrosante) regole di rispetto civile che non essendo più controllate, venivano continuamente violate ed emulate dai ragazzi. I ragazzi non vedendo che nessuno li fermava o rimproverava si sentivano liberi di fare qualunque cosa. Ovviamente all'inizio per chi era abituato così sono arrivate lamentele, ma sappiamo bene che le regole servono per una convivenza giusta e civile.
Insomma le regole ci sono, probabilmente non le migliori (e purtroppo non semplici) ma vengono fatte rispettare con malavoglia, lentamente e non curanza. I processi poi si sa, sono interminabili. Io come cittadino penso francamente che potrei commettere una serie di reati, esclusi quelli più gravi, e rimanere impunito o processato magari tra 10 anni, finendo pure in prescrizione. Beccaria nei "Dei delitti e delle pene" affermava che la cosa più importante non era spaventare ponendo pene elevatissime, ma pene CERTE. Insomma se sgarro sono quasi sicuro di essere beccato.
Uno ruba una caramella. In Italia si sentirebbe: aumentiamo la pena per furto di caramelle! : "da 1 a 5 anni di carcere!!!" E invece si dovrebbe dire: ok furto caramella multa di 50 volte tanto, ma certezza della pena. Posso comprendere che di problemi da risolvere nel ramo della giustizia siano moltissimi, e francamente uno direbbe: ma da dove parto??? Eppure la supplico per il bene dell'Italia di infondere quel senso di giustizia sia per chi giusto lo è di già e si vede sempre fregare dai furbetti, sia per chi cade nella tentazione di fregare in quanto dice: "tanto lo fanno tutti".
E lo si deve infondere non con la repressione, ma con LA CERTEZZA DELLA PENA! Io consiglierei di partire da un settore, e di rendere, se c'è bisogno, più risorse a polizia o tribunali (dove è il collo di bottiglia?).
Un esempio dei frutti lo si è visto con la seria lotta all'evasione fiscale. Ma sentirsi in un paese in cui c'è Giustizia non fa altro che aumentare la fiducia delle persone. A tutti quanti.
Spero che possa leggere il mio post, e trarre qualche pensiero per il suo operato.
Cordialmente.
D.L.C.
Avrei alcune idee e commenti in proposito alla Gozzini, ma non li riporterò in questa sede. Dato che lei mi censura ogni e qualsiasi critica, colgo questa buona occasione per auto-censurarmi. Così andiamo a pari.
Sono contento che finalmente lei abbia capito a cosa serva un blog. Infatti serve a discutere e costruire, non ad insultarsi.
Bene.
Detto questo, io credo che la legge Gozzini sia uno dei problemi più ostici che si possano affrontare. Ovvero bisogna stabilire a priori chi non è più pericoloso per la società, e quindi va incentivato a rientrare attivamente in quest'ultima. Come si fa? Ogni singolo individuo avrà le sue necessità e la sua storia.
Io credo che riaprire il dibattito adesso sia giusto, ma allo stesso tempo è bene notare che quell'ex br aveva già usufruito della semi-libertà altre volte. Non mi pare che si fosse mai neppure pentito, almeno a parole. Quindi più che la legge bisognerebbe rivedere i parametri che stabiliscono se uno è pericoloso oppure no.
Onestamente io non saprei da che parte iniziare, però le auguro buon lavoro. Prometto di tornare se avrò qualche lampo di genio :P
Mi raccomando, non faccia cavolate e non dia retta ai pregiudicati in parlamento, anche se sono tutti fuori. La legge la faccia con Di Pietro che se ne intende veramente molto.
A presto.
Gillo.
Mi ritorna in mente la questione della responsabilità civile dell'operato dei magistrati.
Se un chirurgo sbaglia e manda al creatore un paziente è chiamato a risponderne, bene, allora che si dia al magistrato più responsabilità e discrezionalità nell'aprire le porte del carcere; troppo spesso, quando il "graziato" commette reati appena fuori, ci si giustifica dichiarando di aver applicato leggi e regolamenti.
Così com'è la macchina non funziona, senza considerare i costi che la giustizia ha sostenuto per individuare, processare e incarcerare un assassino; costi vanificati da una decisione poco attenta.
Aggiungerei inoltre che, proprio per evitare errori o ipotesi purtroppo possibili anche se inauspicabili, di corruzione, proporrei che la decisione di scarcerare un reo sia presa da un pull e non dal singolo. Certi reati inoltre non dovrebbero godere di questi benefici. Sostengo che il principio secondo il quale il carcere deve tendere a rieducare non può essere accettato per tutto e tutti, nel senso che la cronaca e l'esperienza dei fatti dimostra che ciò non è vero, quindi mettiamo da parte falsi ideali e guardiamo la realtà nella sua cruda oggettività e smettiamola di pensare di poter mettere la volpe pentita in un pollaio, magari sperando che impari anche a fare le uova :-)
Saluti Cordiali
Dario G.
La legge Gozzini -una delle tre più nefaste prodotte dal 'compromesso storico' (le altre due sono: abilizione manicomi e modica quantità in possesso legale della droga,)sono state l'inizio del degrado italiano.
Ho consigliato a Berlusconi di smettere con il diuturno sproloquio 'su Prodi che cade domani' e prepararsi una lista delle cose da fare per il suo prossimo governo.
Questa volta -se ci sarà- sarà davvero l'ultima: sarebbe un peccato la sprecasse come ha fatto dal 2001 al 2006, facendo nulla o disastri come la legge elettorale improvvida e masochistica.
Buongiorno,
credo che vada rivista,soprattutto perchè il regime carcerario italiano,cosidetto a doppio canale,non prevede beneficio alcuno per imputati o condannati per reati quali il 416bis il sequestro e lo spaccio internazionale (che tra l'altro occupano sezioni speciali nei penitenziari,colloqui e telefonate con diverse modalità, etc..),mentre per tutti gli altri reati consente benefici,che però in alcuni casi,come l'omicidio di una o peggio più persone, andrebbe considerato tanto grave quanto gli altri reati.
Cordiali Saluti, Cristian.
Io credo che occorre riflettere sulla funzione del carcere...noi diamo alla giustizia (ed eventualmente alla pena) la funzione di far 'pagare' ai rei le colpe che hanno meritato quando hanno infranto le leggi che ci siamo dati per il vivere civile e pacifico. Il carcere non è probabilmente la scelta migliore per 'recuperare' chi in quetsa società non ha saputo o non ha voluto integrarsi correttamente e pacificamente...ma scontata la pena , uno dovrebbe tornare alla vita 'normale' conscio dei suoi errori e consapevole che quella strada di illegalità non porta buoni frutti.
Questo dovrebbe essere. In realtà le carceri non hanno questa funzione...sono posti ai limiti della disumanità e non fanno altro che instillare nelle persone desideri di rivalsa e di vendetta contro tutto e contro tutti...non c'è possibilità o quasi di redenzione, si resta marchiati a vita senza possibilità di riscatto sociale e con parecchi problemi di reinserimento. Io non vedo bene la riforma della Gozzini, secondo me è una delle poche possibilità che un condannato ha per rinserirsi in quella società dalla quale si è chiamato fuori...piuttosto dico?perchè concederla a un non-pentito? se non mi dimostri, e con fatti concreti, di aver capito il tuo errore nei confronti della società e delle persone che hai ferito...di quali benefici o di quale benevolenza vuoi godere? questo varrebbe anche per l'indulto e per la richiesta di grazia....
La pena deve essere riabilitativa nei confronti del colpevole e permettergli al rientro nella società di non essere un emarginato, ma la pena deve essere allo stesso modo CERTA e SCONTATA nell'Istituto di Pena. La semi-libertà mi puzza molto sinceramente... Chi ci guadagna? Il cittadino di sicuro no visto che avrà un delinquente in piu in giro e a rischio... E chi paga? Il cittadino! La Legge Gozzini pertanto va' completamente rivista, proponendo meno regali ed incentivi a delinquenti che è giusto che scontino la loro pena in carceri più umane e meno affollate magari, ma in carcere... Costruite più carceri, e rivedete il codice penale... sono sicuramente un buon investimento!
La certezza della pena.
Punto.
E' l'unica soluzione.
Sei condannato ? Ok ti sconti la tua sentenza.
Anche se hai piu' di 70 anni (o quant'e' il limite salvapreviti) te ne finisci in carcere e zitto. Se muori... pazienza.
Io credo che vada abolita,o almeno in buona parte.Cioè,non è che un condannato a ergastolo comportandosi bene in galera possa uscire così. A mio parere se uno è condannato deve pagare per ciò che ha fatto.Che poi di legge debba scontare per es 3 anni,il giudice ne decide 2 bene così,però quando entra in carcere deve sapere che per due anni il suo pposto è lì. gli sconti se proprio e ripeto se proprio devono essere fatti facciamoli prima,non durante la carcerazione.Poi non entro nei dettagli perchè credo di non essere la persona competente e giusta per criticarli o commentarli. Mi auguro che lei possa migliorare questo sistema.O almeno ci provi. Buon lavoro
Non mi accodo a Grillo per criticarti...
Ma ti rendi conto????
Sei un ministro...
Ho un'idea ma non la dico, cosa ne pensate...
Ma dai!!!
Facciamo così, io ti dico la mia e mi dai 2 anni della tua pensione...
Ho visitato solo oggi per la prima volta questo blog di cui ignoravo l'esistenza.
Inizialmente ho pensato di trovarmi di fronte all'ennesimo blog di un politico che però affida la gestione del blog a qualche suo collaboratore di fiducia.
Ma ad un'attenta lettura emerge chiaramente che lo scrivente è veramente il ministro Mastella.
Nonostante quindi io sia lontano dalle sua fede politica credo che l'idea di un blog e quindi di esporsi alla rete e soprattutto di dedicarci del tempo personalmente sia da elogiare e possa essere una brillante idea per avvicinare i lettori alla politica.
Giustamente è un Suo diritto ma secondo me non deve limitarsi a difendersi dai commenti volgari che vanno semplicemente ignorati. Credo che le potenzialità del Suo Blog non si limitino a tutto questo e mi complimento ancora per l'iniziativa.
Egregio Ministro,
ritengo che la legge nel concetto non sia del tutto sbagliata. Tuttavia ci dovrebbe essere un distinguo se non caso per caso, magari istituendo una commissione ( che non attribuisca stipendi milionari ai componenti ), almento in base alla condanna ricevuta. Mi spiego, se uno è stato condannato ad un ergastolo per terrorismo, omicidio mafia e compagnia bella non ritengo si possa scagionare. Diversamente se uno ha preso 10 anni per furto potrebbe essere valutato il rientro in comunità anche prima del tempo. Naturalmete i miei esempi sono generici ma il concetto che voglio esprimere è che si potrebbe fare una distinzione sul tipo di reato a cui applicare la legge.
Cordialità
Davide
Ministro, hai postato ieri e non hai ricevuto ancora un commento? Oggi censuri proprio tutti?
La legge in se hai degli ottimi propositi ed è in linea con quanto è scritto nella costituzione.Il carcere deve essere rieducativo e deve cercare di reinserire i condannati anche per fatti gravi nella società.Quello che a volte succede ( come è successo al tempo del terrorismo in italia ) è che per errori singoli tutto si inasprisca e ogni volta pezzi di libertà dei cittadini vengono limitati.Leggevo oggi un articolo sul Corriere e da quello che dicono i dati l'ex Br che ha fatto la rapina rappresenta una minima parte purtroppo fisiologica di recidivi.
La legge non va cambiata devono a mio parere essere più attenti i magistrati i quali devono essere in grado di giudicare il "reo" con l'ausilio di altri tecnici e professionisti.E' una legge civile e ispirata alla nostra costituzione alla nostra splendida costituzione.
Un saluto
filippo.
No la legge gozzini non si tocca ,
il nostro ordinamento prevede che chi commette un reato venga rieducato, siccome la legge si avvale di un sistema premiale per chi ne usufruisce .Siamo all'avanguardia nel mondo con leggi che rispettano la persona a danno motivo di migliorare alla persona che ha sbagliato .
Maurizio
Salve ministro,
lei sicuramente saprà quanti sono i beneficiari della legge Gozzini che commettono reati, ma forse gli italiani non lo sanno per cui mi permetta di riportare il dato in percentuale, 0.8%.
Perchè modificare una legge che funziona?
Non va rivista. VA ABOLITA
Salve,
sono un cittadino italiano che vota AN e che ha appena scoperto questo blog.
Trovo bello poter leggere pagine come queste,col tentativo di far colloquiare la gente comune con i propri rappresentanti politici.
Sulla legge Gozzini, ahimè non sono molto informato, è una legge che tenta di "premiare" i carcerati con pene alternative, rendendo il carcere più flessibile (come il lavoro per noi giovani!!!).
Purtroppo io sono del parere che ad ogni azione è associata una responsabilità, ed azioni che portano ad uccidere, stuprare, e danneggiare l'umanità e non solo, debbano avere pene severe e lunghe!
Garantire quello che oggi non esiste più : "la certezza della pena".
Il messaggio che arriva ai ragazzi, alla gente è che tanto lo Stato ti perdona ... molto presto.
Mi fermo qui, l'argomento meriterebbe un sito apposito, è un dovere di senso civico riportare ai giusti canoni la nostra giustizia.
Non so quali siano i suoi piani, ma credo che se fossero piani di severità, certezza e determinazione di ridare dignità alla giustizia italiana, beh, la farebbero a fette i suoi colleghi politici, ma non gli italiani.
Lorenzo Franceschini
(un bamboccione di 29 anni)
Se una legge permette che un individuo, colpevole di sei omicidi per i quali ha ottenuto tre ergastoli, possa godere del regime di semilibertà, ovvero che durante il giorno può fare tutto ciò che vuole compreso rapinare banche, non credo ci sia bisogno di una laurea in scienze politiche o in filosofia per capire che c'è qualcosa che non funziona, sarebbe tuttavia interessante sapere quale articolo di quella legge è stato applicato.Non credo comunque che questo uso della legge rientri negli intendimenti del legislatore, il che sta a dimostrare che il grande assente nel nostro sistema è il BUONSENSO. col masssimo rispetto rex
legge gozzini... che dire... per prima cosa bisognerebbe interrogarsi sui fondamenti della pena carceraria e distinguere tra due classi di pensiero : quelli che pensano sempre e comunque che il "deliquente" debba essere aiutato a ritrovare "la retta via" e venga reinserito nella società e quelli che invece vedono di più il concetto punitivo e repressivo sullo stile di chi sbaglia, paga.
la prima classe appartiene alla mia concezione di "vita" (credo anche alla sua, on. Mastella) ma temo che il vero problema sia la certezza della pena e come alcune "scorciatoie" escogitate forse anche per diminuire la lunghezza dei processi (vedi il patteggiamento) alla fine dei conti diventino qualcosa di diverso da quello per le quali erano state "pensate".
Io ad esempio non consentirei alcun beneficio agli assassini, intesi come coloro che hanno commesso omicidio volontario... figuriamoci poi se uno ne ha commessi 6...
Ridicolo che ad un assassino, mai pentito, sia stata concessa la semilibertà.
io l'avrei fatto marcire in galera.
e, se proprio volessimo utilizzare i carcerati di questo tipo, per non averli come "spesa passiva", si potrebbero aprire delle manifatturiere in galera, così:
+ imparerebbero un lavoro vero.
+ i nostri industriali, magari sgravati da alcune tasse se fanno confezionare i loro prodotti in carcere, non andrebbero a far costruire in Cina.
come sempre, una sua risposta sarebbe gradita...
caro onorevole Mastella,
Le sembra possibile che la giustizia italiana abbia dei tempi Biblici, mentre in Francia, in Germania, in Spagna, in Inghilterra, negli Stati Uniti, ed tutti gli altri paesi democratici i processi non finiscano quasi mai in prescrizione ?
Le sembra possibile che in un paese come il nostro i processi finiscano in prescrizione ? Non e' forse questo un modo per alimentare la cultura mafiosa (del resto ormai completamente radicata in italia) ?
Le sembra che ci sia la volonta' di accellerare i tempi dei processi in Italia ?
E' possibile che non ne parli mai in televisione che siamo l'unico paese a non avere una giustizia efficiente ? Lei e' il ministro della Giustizia, questo e' il suo primo obbiettivo. Dovrebbe parlarne un post si ed uno no su come fare per abbreviare i tempi dei processi.
Se si prende la lista con il numero delle condanne inflitte dalla Corte Europea ad ogni singolo stato a seguito di ricorsi presentati dai cittadini siamo primi in assoluto: 1648 condanne solo nel periodo 1999-2006, e quasi tutte a causa dell’eccessiva durata dei processi.
Gli altri paesi non superano le 300 condanne.
Se i processi sono lunghi, tutti i discorsi (e i post) sulla giustizia perdono di senso. E le leggi verranno sempre meno rispettate, come del resto sta accadendo.
Sperando che nel giro di qualche mese annunci una "battaglia alla lunghezza dei processi" le porgo cordiali saluti
Caro Ministro,
le giuro che mi risulta un po'difficile credere che sia direttamente lei a scrivere su questo blog, ma siccome credo sarebbe nel suo stile farlo, le lascio un commento sulla legge Gozzini. Sono avvocato penalista: lei ha fior di consiglieri giuridici, ma le offro ugualmente qualche idea maturata sul campo. Come tutte le leggi (almeno quelle non date sul monte Sinai) può di certo essere rimessa in discussione, ma senza agire sotto la spinta di fatti specifici e soprattutto senza andare in controtendenza rispetto al dibattito sulla riforma del codice penale che va nel senso di una riduzione della sanzione detentiva dando importanza alle pene interdittive ed alle condotte riparatorie. Il vero problema della legge Gozzini temo sia l'applicazione. Un difetto del carcere è di essere "o tutto o niente". Ieri eri detenuto ed oggi sei fuori. Forse sarebbe meglio se il carcere comprendesse un "percorso di uscita". La Gozzini lo consentirebbe, ma bisognerebbe applicarla bene. Io non sono ministro e quindi rischio meno di essere fatto a fette. Un discorso completo richiederebbe troppo tempo, mi accontento di questo, grazie per avermene dato la possibilità e buon lavoro. Roberto Olivieri - Genova.
Egr. Ministro,
di esempi significativi di mala giustizia e sentenze deplorevoli di condanna in questi ultimi anni se ne registrano un numero considerevole.
Particolarmente incisive risultano quelle di falsi abusi dove si assiste a pronunce di condanna non correlate alla certezza della prova, bensì al trasferimento di responsabilità dal giudicante al perito di discipline pseudo-scientifiche, come possono essere la psicologia o la psichiatria.
In conseguenza di ciò e per un presunto infamante reato un innocente è ristretto, in esecuzione di una sentenza, colma di falsità, di madornali errori giudiziari, di errata valutazione della legge penale, di specifico accanimento verso un innocente, di inesistenza di prove concrete e di false testimonianze.
È mortificante e vergognoso ritenere che alcuni magistrati si permettano di emettere tale tipo di sentenze “in nome del popolo italiano” anziché in nome...!
Non di meno per ottenere i benefici dell’affidamento in prova gli operatori dell’istituto dovrebbero valutare se il detenuto, messo in libertà possa ricommettere lo stesso reato.
Questa norma è una vera pagliacciata illogica, illegale e anticostituzionale, in quanto, nel caso de quo, sono trascorsi ben otto anni dalla data del presunto reato e fino al passaggio in giudicato della sentenza, senza che nessuna autorità abbia controllato la sua vita privata.
Come nostro Guardasigilli spero che un Suo autorevole intervento possa far luce, come suggerito dal Capo dello Stato, su quelle vicende dove la luce non è stata fatta.
Mitt. idangelo@inwind.it (per eventuale risposta)
Antonio D’Angelo (cardiopatico giudiziario).
C.so Tortona 12 Torino
Cell. 338 71 52 600
La legislazione italiana va rivista alla radice. La certezza del diritto, in Italia, non esiste, perché non esiste la certezza della pena in senso stretto. Chi commette un reato sa che quello previsto dal Codice non è altro che il peggio, a cui mai andrà incontro. Sa che con buona condotta, amnistie o indulti, con applicazioni distortamete troppo favorevoli al reo, il reato commesso sarà punito con pene esponenzialmente più miti. Il problema della delinquenza, sia essa micro (la più odiosa per il cittadino) o macro (la più odiosa per il politico, che la vive come una sfida), va affrontato di petto. Le pene devono essere scontate, fino alla fine, senza premi, permessi o riduzioni. La legge Gozzini va abrogata, tutte le disposizioni di favore al reo vanno abolite. Non sono un giustizialista, ma uno che crede nella forza della Legge, nello Stato e nelle Istituzioni, troppe volte asservite a logiche poco comprensibili e ancor meno condivisibili.
Saverio Maietta
Egregio Ministro,
mi collego spesso e, devo ammettere ben volentieri, al suo blog. E leggo sempre con piacere gli argomenti di discussione, ma devo riconoscerlo, da questo proprio mi sento mortificata.
Lei chiede a noi cosa non va nella legge Gozzini?
Bè, ci sta chiaramente prendendo in giro! Ogni giorno registriamo fatti di cronaca che ci inducono a pensare che l’indulto sia stato solo un paliativo, dato che stanno rientrando tutti, è soltanto questione di tempo! E stanno rientrando dopo aver commesso altri danni…..
E’ come se avesse tappato un buco di un muro marcio nella struttura!
Lei chiede cosa pensiamo noi lettori senza considerare le voci interne, le voci dei medici penitenziari che denunciano la mancanza di materiali per curare i detenuti…..stiamo parlando del diritto alla salute, principio costituzionalmente garantito, ma chiaramente non rispettato!
Non ascolta le voci dei Direttori penitenziari che denunciano le condizioni in cui i detenuti svolgono le attività trattamentali, l’inadeguatezza degli spazi, la carenza di personale, non solo di sorveglianza ma anche di natura trattamentale e amministrativa (i cui compiti sono spesso assunti dal Corpo di Polizia Penitenziaria, vista la carenza nell’organico di funzionari contabili).
Si parla tanto di tutela dell’ordine pubblico…….ebbene, essa si attua anche assicurandosi che il trattamento penitenziario abbia sortito il proprio effetto, ossia che i detenuti si siano riabilitati, abbiano percorso con successo l’iter di risocializzazione…..solo a queste condizioni una volta liberi essi non daranno sfogo al proprio desiderio di rivalsa!
Perché coloro che sono detenuti possano recuperare la scala dei valori sociali, perché possano tornare a confrontarsi con l’esterno secondo i canoni della civile convivenza, è necessario che siano rispettati i loro diritti, altrimenti non si riuscirà mai a ristabilire in essi il rispetto dell’ordine costituito, delle norme del consorzio civile, ma si accrescerà solo il loro desiderio di vendetta una volta liberi!
Ciò che ha fallito non è la legge Gozzini, i cui presupposti si ispirano di certo all'osservanza dei diritti garantiti in un moderno stato democratico; ciò che ha fallito è il carcere come istituzione!
Se posso permettermi di esprimere la mia opinione, renda le condizioni di vita dei detenuti più umane, dia loro gli strumenti per risocializzarsi, assicuri loro le professionalità necessarie perché possano essere adeguatamente seguiti e guidati nel percorso rieducativo!
Vasta eco sta suscitando la questione degli istituti già costruiti e mai utilizzati….eco ancora maggiore dovrebbe suscitare la carenza di uomini, di professionalità interne……sono esse che rendono vivibili e adeguate le strutture esistenti!
Mi sono chiesta più volte come mai sia durante l'anno 2006, sia nell’anno in corso non sono stati stanziati fondi a favore dell’Amministrazione Penitenziaria per l’assunzione in servizio di vincitori di concorso, viste le enormi carenze di organico denunciate da più parti.
A questo punto una risposta penso di averla trovata: a parte il gran parlare, di quanto accade negli istituti penitenziari (quasi fosse un mondo avulso dalla realtà) non importa niente a nessuno!
Mi chiedo: al Ministro della Giustizia interessa?
AugurandoLe un proficuo lavoro, La saluto cordialmente
Dott.ssa Alfonsina Arace
Egregio Ministro,
La ringrazio per aver pubblicato il mio commento sulla legge Gozzini. E’ molto confortante sapere che le mie parole siano giunte fino a lei, dopo numerosi e inutili tentativi di dialogo con le istituzioni…eh già, perché io appartengo a quella specie – forse in estinzione – di coloro che credono che con le istituzioni si possa avere un dialogo, si possa istaurare un rapporto dialettico!
Non posso che porgerLe i più sentiti ringraziamenti per aver dedicato il suo tempo al mio commento, un po’ polemico forse, ma – mi auguro – finalizzato ad una polemica costruttiva.
Mi rendo conto che sul blog oltre a scagliarsi contro di lei (forse perché sa così bene ammortizzare i colpi) tutti le chiedono qualcosa, spesso l’impossibile, come se Lei avesse la bacchetta magica……ebbene da parte mia Le posso dire che comprendo benissimo che in quanto all’istituzione carcere i cambiamenti "strutturali" necessitano di tempo, ma secondo me “chi ben comincia è a metà dell’opra”!
Buon lavoro Ministro, ne ha davvero tanto da fare!
Noi dall'altra parte dello schermo possiamo solo aiutarLa commentando gli argomenti postati.
Cordiali saluti
Dott.ssa Alfonsina Arace
Email: alfonsinaarace@tiscali.it
sono d'accordo con la rieducazione del condannato ma sono anche fermamente convinta che chi sbaglia deve pagare sia per giustiza che per esempio.come si può pretendere di distoglier un soggetto dal commettere reati se chi li commette nn viene punito o meglio viene punito per poco.NN SERVONO PENE PIù SEVERE MA SERVONO PENE CERTE.COME DICEVA BECCARIA è meglio una pena lieve ma certa che una dura ma che ti da la speranza di non scontarla. spero che la storia insegni.grazie e arrivederci
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