cari amici, ormai sono due giorni che leggo e rileggo i tanti giornali che ritornano sulla mia assurda storia giudiziaria. C'è tanta soddisfazione ma c'è anche tanta amarezza nel dover prendere atto che altri, sul piano politico, giudiziario e mediatico, hanno lavorato per la mia eliminazione politica. E lo hanno fatto sapendo che io, come i fatti stanno dimostrando, ero del tutto innocente. Una vera e propria gogna per la quale ogni commento diventa superfluo. Vi invito, allora, a leggere la decisione del gip di Catanzaro sul caso Why Not che di seguito riporto insieme agli editoriali pubblicati oggi da Il Riformista e Avvenire (a firma di Sergio Soave)
Grazie dell'attenzione e a presto.
TRIBUNALE ORDINARIO DI CATANZARO
Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari
Il Giudice Tiziana Macrì,
sulla richiesta di archiviazione del procedimento di cui in epigrafe a carico del Senatore Clemente MASTELLA per infondatezza della notizia di reato formulata in data 4 marzo 2008 dalla Procura Generale della Repubblica (sede);
esaminati gli atti;
premesso che per l'analitica ed esaustiva esposizione degi elementi rilevanti in ordine alla posizione del Sen. MASTELLA si richiama la richiesta di archiviazione le cui argomentazioni e valutazioni, integralmente condivise da questo Giudice, devono considerarsi qui riportate.
Osserva:
Occorre accertare: 1) se sussista una notizia di reato; 2) se la stessa sia riconducibile al Senatore MASTELLA; 3) quale sia la portata degli elementi acquisiti e se essi, in una interpretazione dinamico-evolutiva della nozione di infondatezza, presentino o meno capacità di espansione nel divenire procedimentale.
In data 14 ottobre 2007 il P.M. disponeva l’iscrizione del nominativo di Clemente MASTELLA nel Registro degli indagati in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 110, 323, 640 cpv, c.p e 71 195/1974 e succ. mod., commessi in Calabria, Roma ed altre parti del territorio nazionale con condotta in atto.
L'iscrizione seguiva di qualche giorno l'audizione, avvenuta in data 11 ottobre 2007, di Giuseppe TURSI PRATO, detenuto per altro, che, escusso in data 10 luglio 2007 da un P.M. D.D.A., dichiarava, di essere a conoscenza di fatti di pubblica amminastrazione e di essere disponibile a riferire quanto a sua conoscenza al P.M. allora titolare del presente procedimento.
In data 11 ottobre 2007 TURSI PRATO veniva sentito in qualità di persona informata sui fatti (v. verb. Int., p. 3).
La consequenzialità temporale tra audizione ed iscrizione induce a ritenere che la notizia di reato debba ricercarsi nelle dichiarazioni indicate valutate nel contesto delle ulteriori acquisizioni.
Si evidenzia, invero, che l'obbligo di iscrizione nasce solo ove a carico di una persona emerga l'esistenza di specifici elementi indizianti e non di meri sospetti.
Il sintagma specifici elementi indizianti esprime l'esigenza deIl'acquisizion degli elementi conoscitivi necessari a delineare una notizia di reato nei confronti di una persona in termini di ragionevole determinatezza.
Nel caso di specie, TURSI PRATO, nell'esame dell'11 ottobre 2007, riferisce una espressione del SALADINO (v. rascr., p. 45) rilevante in ordine alla posizione di MASTELLA. L'analisi complessiva. delle dichiarazioni rese evidenzia, però, come risultino del tutto prive di specificazione ed indimostrate le condizioni minime necessarie ad attribuire alla locuzione di cui trattasi valore indiziante ed indicate ai punti da a) a e) e relative considerazioni della richiesta di archiviazione, p. 13 che si richiama. Alla stessa, pertanto, non può attribuirsi valenza accusatoria a carico del soggetto chiamato.
Tale valutazione è confermata all'esito dell'esame del contenuti delle dichiarazioni rese da TURSI PRATO innanzi al P.M. di Roma in data 31 ottobre 2007 de tenore che segue: «Non sono a conoscenza di fatti illeciti specifici che coinvolgano l'On. MASTELLA. Posso confermare come già detto nel verbale dell'11 ottobre c.a., che Antonio SALADINO e l'On. MASTELLA sono amici da molti anni e che questo fatto rafforza la posizione, solo ed esclusivamente sul piano politico, di SALADINO rispetto ai componenti locali dell'UDEUR» (v. verb. sint.).
Il dato non si presenta idoneo a costituire specifico elemento indiziante a carico del Sen. MASTELLA anche ai fini della mera iscrizione.
Non soccorrono rispetto all'iniziale ipotesi di accusa le acquisizioni pregresse né le successive.
Dalle dichiarazioni rese da MERANTE Caterina, LA CHIMIA Giuseppe, FRANZE’ Giancarlo e altri (v. rich. Arch.) può inferirsi l'esistenza di rapporti confidenziali tra in Sen. MASTELLA e SALADINO nonché l'attitudine di quest'ultimo a creare e mantenere "buoni rapporti con tutti" e ciò anche nell'ambito del mondo politico istituzionale ed indipendentemente dal partito o dalla coalizione di appartenenza del referente.
Non si ravvisano elementi idonei a connotare di illiceità la posizione del Sen. MASTELLA in quei rapporti confidenziali.
Alla stessa conclusione deve giungersi in ordine alle conversazioni captate sull'utenza del SALADINO che ha come interlocutori tale Enza (v. richiesta di arch., p. 2 e segg.) ed un soggetto denominato Clemente (v. rich. Arch., p. 4 e segg., conversazioni captate nel proc. N. 122/2006 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme). I dialoghi confermano soltanto l'esistenza dei rapporti confidenziali tra SALADINO ed il Sen. MASTELLA nonché il comune interesse per argomenti di natura politica.
Quanto ai contenuti dellla consulenza GENCHI, si richiama quanto esposto nella richiesta di archiviazione alle pagine 7 e seguenti. Il tabulato relativo all'utenza in uso al Sen. MASTELLA, acquisito senza l'autorizzazione della Camera di appartenenza, è inutilizzabile.
Nel merito, comunque, esso conferma soltanto la frequentazione telefonica tra SALADINO ed il Senatore già per altre vie emersa, ma inespressiva "di condotte deI MASTELLA ipotizzabili come reati".
L'analisi dei risultati investigativi acquisiti rende del tutto superfluo l'ulteriore prosieguo.
Consegue ai rilievi indicati l'accoglimento della richiesta di archiviazione nei confronti del Sen. MASTELLA per infondatezza della notizia di reato.
P.Q.M.
Letti ed applicati gli artt. 408 e segg. c.p.p.,
in accoglimento della richiesta formulata dalla Procura Generale,
• Dispone l'archiviazione del procedimento nei confronti el Sen. Clemente MASTELLA perché la notizia di reato è infondata.
• Ordina la restituzione degli atti alla Procura Generale della Repubblica (sede).
• Manda la Cancelleria per quanto di competenza.
Catanzaro, 1 aprile 2008
Il Giudice per le indagini Preliminari
Tiziana Macrì
* * *
IL RIFORMISTA
C'è chi si scusa col pm che deve scusarsi con Mastella
La notizia, sui giornali di ieri, era che il gip di Catanzaro ha accolto la richiesta del procuratore generale, ha archiviato la posizione di Mastella nell'inchiesta Why not del pm De Magistris, e ha scritto nell'ordinanza che «mancavano assolutamente i presupposti per l'iscrizione dell'ex guardasigilli nel registro degli indagati». Cioè, a voler essere generosi, che Mastella è stato vittima di un errore giudiziario. Errore che però, siccome stiamo in Italia e l'indagato era il ministro della giustizia, ha provocato conseguenze politiche durature e ormai irrevocabili. Tra le quali una campagna mediatica contro Mastella che forse ha avuto un qualche peso anche nella crisi del governo Prodi, provocata dallo stesso Mastella, e dunque nello scioglimento anticipato delle Camere.
Ebbene, sapete con che titolo è uscita ieri l'Unità, su un commento a firma di Marco Travaglio, cioè di uno dei più attivi protagonisti della campagna di cui sopra? Il titolo diceva: «E chiedere scusa?». Poiché chiedere scusa è cosa molto rara da parte di Travaglio (a meno che non debba farlo perché sta per perdere una delle sue innumerevoli cause per diffamazione, e infatti ha chiesto di recente scusa ad Antonio Socci), abbiamo letto avidamente il commento, immaginando uno di quegli esercizi giornalisti che la deontologia professionale della stampa anglosassone chiama «apology». Ci eravamo sbagliati. Travaglio, oltre a ignorare completamente l'archiviazione del caso Mastella, annunciava in realtà nel suo pezzo che ben presto, in seguito a misteriose indagini di procure che lui frequenta ma di cui noi poveri mortali non sappiamo nulla, dovremo tutti chiedere scusa a De Magistris, cioè al magistrato che dovrebbe chiedere scusa a Mastella. «A Salerno - scrive - dove De Magistris ha denunciato i superiori per la fuga di notizie, che poi venivano attribuite a lui, le indagini sarebbero (il corsivo è nostro) a buon punto: non è lontano il giorno in cui chi l'ha condannato al Csm dovrà vergognarsi e chiedergli scusa».
Ora noi saremo felici se De Magistris si meriterà un giorno le scuse per un'ingiusta condanna del Csm. Ma, nel frattempo, non potrebbe chiedere lui scusa a Mastella, che quelle scuse se l'è già meritate per sentenza del gip? E Travaglio medesimo, non potrebbe aggiungere le sue? Oppure il coraggioso giornalismo d'inchiesta esclude la valutazione dei fatti già accertati perché può dedicarsi solo ai sospetti da accertare, e il giornalismo militante ha un'autorizzazione speciale a vedere la pagliuzza negli occhi altrui ma non la trave nel proprio?
* * *
AVVENIRE
LA VICENDA MASTELLA
Sorprendente esempio da manuale di malagiustizia
SERGIO SOAVE
Il castello di accuse che ha travolto Clemente Mastella sta crollando miseramente per decisioni della stessa magistratura. Gli arresti inflitti a sua moglie su richiesta di un sostituto procuratore alla vigila del trasferimento e approvati da un giudice che, mentre li convalidava, si dichiarava incompetente in materia, sono stati revocati dopo pochi giorni. Il tribunale dei ministri ha decretato che il famoso viaggio a Monza sull’aereo di Stato non costituisce reato. Ora si riconosce anche che nell’inchiesta Why not per Mastella non esistevano neppure i minimi indizi necessari per iscrivere l’allora Guardasigilli nella lista degli indagati. Questo significa che Mastella aveva tutte le ragioni per inviare gli ispettori per verificare la correttezza (poi giudicata insussistente anche dal Consiglio superiore della magistratura) dell’azione di Luigi De Magistris. D’altra parte che il filo che legava Mastella all’indagine sulla (presunta) frode ai danni dell’Unione europea era esilissimo: il suo numero di telefono trovato nell’agenda di un indagato, che peraltro avendo esercitato la rappresentanza di una organizzazione sociale, teneva ovviamente contatti con esponenti politici. Su una traccia tanto evanescente è stata costruita quella che oggi si può a giusta ragione definire una persecuzione giudiziaria, immensamente amplificata dalla insistita gogna televisiva e da una implacabile campagna mediatica. Le conseguenze politiche sono state colossali, il ministro della Giustizia ho dovuto dimettersi, non avendo ricevuto la solidarietà politica che chiedeva (sostituita da un avaro e tutt’altro che unanime riconoscimento «umano») ha abbandonato la maggioranza, mettendo il suggello a una crisi già evidente. Mastella e il suo partito, per effetto della campagna che si fa fatica a chiamare di informazione costruita su quella giudiziaria dimostratasi infondata, sono diventati, nell’imminenza della consultazione elettorale, degli intoccabili. Per coalizioni e partiti, apparentarsi con l’Udeur, dipinta come la quintessenza della malapolitica, era considerato un rischio da non correre, così una presenza reale seppure circoscritta a una specifica area territoriale, è stata cancellata dalla competizione. Si tratta di un esempio da manuale di malagiustizia e malainformazione, che dovrebbe far riflettere sull’esigenza di porre dei limiti non all’autonomia della magistratura e alla libertà di stampa, ma all’abuso che si fa di questi diritti, fino a trasformarli in strumenti per offendere la dignità delle persone e creare pesanti turbative alla vita politica democratica. Almeno questo risarcimento a Mastella è dovuto, in modo che quel che ha sofferto ingiustamente non abbia a ripetersi e per far sì che a decidere delle scelte politiche sia il libero gioco delle forze in campo, del consenso che ottengono, dei risultati che conseguono, giudicati con un metro non falsificato da poteri non elettivi usati in modo scriteriato e malevolo.
giovedì 3 aprile 2008
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5 commenti:
All'attenzione dell'On. Mastella
La seguo da tempo attraverso internet e i giornali.
Sono un giovane laureato (ho appena iniziato la specialistica) in Scienze Politiche alla Luiss. Sono stanco di dover difendere istanze (all'università e fuori) quanto mai ovvie. La sentenza e i giornali di qualche giorno fa Le hanno dato ragione, ma c'è ancora chi pensa che la sua innocenza sia tutta da dimostrare, che la Sua politica sia inacettabile.
Ho sempre seguito da vicino le Sue proposte politiche e non le ho mai trovate vergognose o ingiustificate. Parlano di famiglia, bisogni, ricostruzioni.
Ho deciso di essere attivo in un momento in cui tutti cercano altri "lidi" per assicurare i propri squallidi fini.
Il suo coraggio, dimostrato facendosi da parte, testimoniano la SUa onestà.
Come fare a dare una mano, consapevole dei limiti imposti dalla mia età (22 anni) ma desideroso di appartenere ad un disegno politico sociale condivisibile?
La ringrazio per l'attenzione.
Carissimo Sen. Mastella,
sono un ragazzo di 28 anni, suo 'accanito' sostenitore, che tra mille difficoltà (orfano di padre e madre pensionata al minimo) sta giungendo alla laurea in giurisprudenza.
L'anno scorso, il Suo progetto sulla riforma degli ordini professionali e la diminuzione ad un anno del periodo di pratica, e la possibilità di cominciare il periodo prima del conseguimento del titolo,mi aveva illuminato un pò di più il futuro...ma poi... non se ne è saputo più nulla.
Volevo quindi chiederLe se effettivamente si arriverà a tale legge.
Purtroppo noi 'poveretti' siamo costretti solo a subire, a pagare tasse universitarie assurde per chi vive con 400 euro al mese, ed io in Lei ho visto una speranza...non la deuda.
Grazie e complimenti sinceri per la persona che è.
Cosimo da Battpaglia (sa)
Gentile Onerevole Clemente Mastella non ho la Sua email e desidererei contattarLa per vicende che hanno come oggetto il deplorevole operato di magistrati che sono purtroppo anche a lei familiari.
Sarebbe mia speranza poter esporre per iscritto a Lei i fatti con la salvaguardia della dovuta privacy.
Tutti devono sapere che Mastella è una persona per bene.
E ore un bel po' di persone dovrebbero chiederLe scusa.
Ma dubito proprio che lo faranno, perderebbero il consenso di quei anarco insurrezionalisti che vedono internet come il mezzo per compiere la loro rivoluzione. Consideri che i "seguaci" di coloro che l'hanno additata come il male personificato, sono anche quelli che credono negli ufo, nei rettiliani, nelle sci chimiche e altre amenità del genere. Purtroppo il loro voto conta esattamente come quello delle persone per bene.
Non abbandoni mai la politica, l'Italia ha bisogno di persone come lei.
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